A margine dell’ultimo Consiglio europeo, nella sua formazione di Affari esteri, è stato celebrato il decimo anniversario del Partenariato orientale. I ministri e i rappresentanti degli Stati membri dell’Unione europea, l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera e di sicurezza, Federica Mogherini, e i ministri degli Affari esteri dei sei partner dell’Europa orientale hanno infatti ricordato il successo di questa collaborazione privilegiata descrivendone, al contempo, limiti e sviluppi per il futuro.
L’anniversario della partnership dell’Unione europea con Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina, consolida radici profonde, non solo dal punto di vista geografico ma soprattutto storico e culturale. Inoltre, i rapporti commerciali e le cooperazioni rafforzate con programmi di sostegno e dialogo transfrontaliero rappresentano già una nuova idea di costruzione europea.
Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, ha definito il partenariato orientale come “un sodalizio orientato al futuro per i cittadini e con i cittadini, saldamente ancorato negli aspetti che contano per loro. La nostra collaborazione mira a rafforzare le economie, la governance, la connettività e le società. Vorrei che rimanessimo concentrati sulla sostanza di quel che riteniamo di dover fare insieme affinché il nostro partenariato possa tener fede alle sue promesse”.
Insomma, se i primi dieci anni di collaborazione hanno dimostrato che la relazione esistente si basa su valori condivisi di principi e norme del diritto internazionale, molto ancora rimane da fare in tema di democrazia e stato di diritto, lotta alla corruzione e libertà di informazione. Pur tuttavia, i ministri non hanno mancato di ricordare come la realizzazione delle riforme e il raggiungimento degli impegni concordati nel 2009, dovranno rimanere l’obiettivo principale negli anni a venire. A questi indubbiamente dovranno esserne aggiunti altri poiché la società e il contesto politico sono sensibilmente cambiati nell’ultimo decennio. Basti pensare alle maggiori opportunità e possibilità che si hanno di viaggiare, lavorare, o creare una nuova impresa, ma anche avere accesso a moderne infrastrutture tecnologiche o garanzie di sicurezza esterna e difesa comune. In tale contesto, la società civile svolge un ruolo importante e decisivo, anche perché il cambio radicale che la politica europea si appresta a vivere con le prossime elezioni europee condizionerà inevitabilmente i processi di riforma.
A sostenere i prossimi passi e le sfide che verranno è giunto il monito dell’Alto rappresentante, Federica Mogherini, ricordando come “la bussola da seguire è la partecipazione diretta e il coinvolgimento della società civile, soprattutto dei giovani. Il partenariato ha permesso una maggiore facilità di spostamento verso l’Ue, maggiori possibilità commerciali per le imprese e maggiore mobilità per docenti universitari e studenti. L’amicizia che ci lega è oggi molto più matura e ci permette di concentrarci molto di più sugli aspetti che realmente contano per i nostri concittadini: le loro priorità resteranno il perno su cui ruota la nostra amicizia”.
Aggiornato il 15 maggio 2019 alle ore 16:50