Chiusura Tunnel del Gran Sasso, Mit-Strada Parchi verso un’intesa

Il primo faccia a faccia tra ministero dei Trasporti e Strada dei Parchi sul traforo del Gran Sasso è stato “costruttivo”. Si lavora ad un’intesa che sollevi il gestore autostradale dalle responsabilità e per trovare le risorse con tutte le amministrazioni pubbliche per intervenire urgentemente e sanare la situazione del rischio di inquinamento delle acque. Così, dopo il primo confronto, la chiusura del traforo tunnel autostradale, annunciata a partire dalla mezzanotte del prossimo 19 maggio, non appare inevitabile.

Ma certo non è ancora detta la parola fine alla vicenda innescata dall’inquinamento delle acque nell’area del Teramano e dall’inchiesta che ne è derivata che vede imputati i vertici di Strada dei Parchi, la concessionaria della A24 dove ricade l’infrastruttura, della Ruzzo Reti che gestisce l’acquedotto, e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare presente con i Laboratori del Gran Sasso.

I lavori nel traforo “sono straordinari. Non toccano al concessionario ma al concedente”, cioè allo Stato, sottolinea l’ amministratore delegato di Strada dei Parchi, Cesare Ramadori, entrando al ministero delle Infrastrutture per un incontro con i dirigenti del Mit. L’incontro riguarda nello specifico il piano economico finanziario dell’A24 e A25, anche occasione per parlare del traforo. La chiusura del 19 maggio non è ancora certa, aggiunge Ramadori: “Dipende, stiamo trattando con il ministero, cercando una soluzione”. E in merito all’ipotesi di revoca della concessione per interruzione di pubblico servizio Ramadori risponde che non si tratta di “interruzione di pubblico servizio. La chiusura avviene a seguito dell’indagine della procura della Repubblica”.

Auspica una “soluzione condivisa l’Infn che gestisce i Laboratori sotto il massiccio. “Non è un problema dell’Infn, dell’acquedotto o delle autostrade: è un problema del sistema Gran Sasso” e risolverlo richiede un coordinamento”, spiega Antonio Zoccoli, della giunta esecutiva Infn.

Dal canto loro i gruppi consiliari in Regione “Legnini Presidente”, Pd e “Abruzzo in Comune” chiedono che “il presidente Marsilio dia la disponibilità ad essere nominato Commissario”.

Intanto la capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Raffaella Paita, e i deputati Dem Stefania Pezzopane e Camillo D’Alessandro chiedono al ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, “di riferire urgentemente alla Camera”. Dai 5 Stelle, il deputato abruzzese del MoVimento, Fabio Berardini, si scaglia contro gli scaricabarile: “La responsabilità è della società concessionaria non del ministro Danilo Toninelli”.

E mentre infuria la polemica, è fitto il programma di incontri da qui a domenica. Oggi alle 12 seduta straordinaria del Consiglio regionale d’Abruzzo, all’Aquila, e prima, alle 11, conferenza stampa del sindaco, Pierluigi Biondi, e di quello di Teramo, Gianguido D’Alberto. Dal Mit annunciano sempre per oggi un altro incontro, anche con gli enti locali. Il 16 Consiglio comunale dell’Aquila.

A portare alla luce l’emergenza del bacino acquifero del Gran Sasso, che rifornisce oltre 700mila persone, il dossier di Augusto De Sanctis del Forum H2o. Ieri l’Osservatorio indipendente sull’acqua del Gran Sasso ha spiegato che per mettere in sicurezza il bacino “è necessaria l’impermeabilizzazione nelle due gallerie” autostradali dell’A24 Roma-Teramo (oltre 10 km ciascuna), e “nei Laboratori sotterranei dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare” realizzati dal 1969 al 1987, a diretto contatto con la falda, ricordando che, dal 2003 al 2009, fu nominato commissario Angelo Balducci ma “nonostante gli oltre 80 milioni di euro spesi, gli interventi effettuati durante il commissariamento non hanno, se non in minima parte, risolto la mancanza di impermeabilizzazione”.

Aggiornato il 14 maggio 2019 alle ore 12:10