La sopravvivenza delle farmacie rurali – situate nei territori di montagna – è messa a dura prova e, se non si interverrà quanto prima, la loro chiusura imminente e scontata. È l’ennesima difficoltà che coinvolge i territori nelle zone di montagna ed il “grido d’allarme” è da parte dei farmacisti che lamentano un notevole calo di vendite di medicinali imputato certamente a molteplici cause, ma sicuramente rilevante il continuo ed inarrestabile spopolamento dei piccoli borghi. In tale contesto non vi è garanzia di sopravvivenza per tali farmacie.
Le farmacie rurali rivestono un importantissimo ruolo sui territori e il rischio della loro chiusura penalizza ulteriormente e notevolmente gli abitanti di questi luoghi che già devono affrontare problemi considerevoli. Non servono soluzioni tampone, non è sufficiente occuparsene solo a parole, occorrono azioni concrete. Si rende indispensabile un piano straordinario per la montagna che possa prevedere defiscalizzazioni per le attività e detassazioni per la popolazione per sostenere e motivare commercianti e abitanti a non abbandonare le loro zone. Sono necessarie proposte e soluzioni che agevolino gli spostamenti, che migliorino la situazione ambientale e che permettano di ampliare i servizi esistenti.
Alla luce di quanto suesposto, in qualità di consigliere nazionale Anci, ho chiesto che l’associazione stessa si facesse portavoce presso l’assessorato regionale e il ministero competente affinché progetti e proposte per i territori di montagna diventino concreti e consentano di arrestare l’incessante processo di migrazione. Inoltre, nello specifico, sono necessari soluzioni di aiuto ed appoggio alle farmacie dei piccoli centri abitati per permettere di proseguire tale attività che risulta particolarmente importante nei piccoli contesti sociali.
Condivisi lo spirito e la sostanza di quanto richiesto da parte del presidente Anci Emilia-Romagna Michele De Pascale che rimarca sulla necessaria attenzione alle politiche per la montagna condividendo l’impegno per contrastare il dissesto idrogeologico, per rafforzare i servizi ai cittadini ed alle imprese e i collegamenti infrastrutturali assicurando il proprio contributo nei rapporti con la Regione.
Aggiornato il 20 marzo 2019 alle ore 12:51