Politica tra previsioni e futuro

Un aforisma, un commento - “L’ottimista gioca una cinquina al lotto con la concreta speranza di vincere pur sapendo che la probabilità di successo è bassissima. Poi, prende serenamente l’aereo nella certezza che non cadrà dato che la probabilità di un incidente è uguale a quella di una cinquina al lotto”.

In politica, come in qualsiasi altra attività umana, prendere decisioni implica sempre fare qualche previsione. Le previsioni, a loro volta, possono basarsi su vari criteri di metodo fra i quali l’intuito è quasi sempre fondamentale. La lungimiranza, ossia l’attitudine a vedere lontano, non trascura i fatti e i dati disponibili ma, alla fine, fa prevalere l’intuizione cioè una visione che compie una sintesi delle conoscenze attuali scommettendo su ciò che accadrà in relazione alla decisione presa. È proprio in questo che consiste la decisione politica poiché, se bastassero l’analisi dei dati e la costruzione di scenari, allora potremmo tranquillamente affidare le decisioni politiche ai tecnici così come un imprenditore potrebbe lasciar decidere gli investimenti ad un’agenzia di marketing.

Nella polemica politica sulle azioni da intraprendere, tuttavia, le cose si complicano perché la valutazione dei dati disponibili, e degli effetti della decisione, viene largamente condizionata da presupposti che hanno poco a che fare con l’intuito ma molto con parametri elettorali e dunque, come si dice, per “partito preso”. Per questo, dato che le analisi e soprattutto gli scenari predittivi dei tecnici si fondano inevitabilmente sulle probabilità degli eventi, ecco che l’intuito lascia il posto all’esercizio di un ottimismo o di un pessimismo di maniera. Non si tratta solo dell’abitudine a presentare il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto ma di un reiterato e disinvolto capovolgimento di prospettiva che dà luogo a contraddizioni che sfiorano il ridicolo. Questo è il caso dell’uso polemico, da parte degli attuali governanti, dell’analisi costi-benefici in merito alla Tav da un lato e delle previsioni economiche sul nostro Paese da parte di vari istituti internazionali dall’altro. Nel primo caso, le stime previsionali enunciate dai tecnici, con relative probabilità implicite, vengono citate come riferimento serio, attendibile e imprescindibile mentre nel secondo, pur trattandosi di stime emesse da tecnici, quanto meno, della stessa autorevolezza, vengono descritte come poco affidabili e persino derise. Eppure, mentre nel caso della Tav molti tecnici non concordano con le valutazioni del gruppo incaricato dal Governo, nel caso delle valutazioni economiche sul bilancio italiano non risulta esservi nemmeno un solo parere contrario.

Tutti noi ci auguriamo che l’anno in corso sia “bellissimo”, come pronosticato dal primo ministro, Giuseppe Conte. C’è però da temere che questo auspicio sia la pura manifestazione di un ottimismo che non nasce dalla lungimiranza bensì dall’ingenua e immotivata speranza astrologica che le stelle, almeno cinque, ci portino fortuna.

Aggiornato il 25 febbraio 2019 alle ore 13:53