Di Maio si schiera con i gilet gialli: scontro con la Francia

Luigi Di Maio alimento lo scontro con il governo francese. Il leader pentastellato, dando il via alla campagna elettorale per le Europee, ha pensato bene di schierare il Movimento con la protesta che sta infuocando Parigi. La posizione della Francia è ovviamente stizzita. La ministra francese per gli Affari europei Nathalie Loiseau ha invitato il vicepremier italiano a fare “prima pulizia in casa propria”. “Il Movimento 5 stelle – ha detto Di Maio – è pronto a darvi il sostegno di cui avete bisogno. Come voi, anche noi, condanniamo con forza chi ha causato violenze durante le manifestazioni, ma sappiamo bene che il vostro movimento è pacifico”. Di Maio, addirittura, scende in campo come un autentico supporter, sostenendo che stia nascendo “una nuova Europa. È una dura battaglia che possiamo combattere insieme. Ma voi, non mollate”.

La Loiseau ha detto di avere sentito “più volte il governo italiano domandare rispetto. Penso che il rispetto sia dovuto a tutti i Paesi, soprattutto a quelli che sono vicini, alleati e amici”. Ma la ministra ha voluto scrivere personalmente il proprio disappunto nei confronti della posizione grillina. “La Francia – ha scritto – si guarda bene dal dare lezioni all’Italia. Salvini e Di Maio imparino a fare pulizia in casa loro”.

La controreplica di Di Maio arriva su Facebook. “Quanta ipocrisia – scrive il vicepremier – forse si dimentica di quando il suo presidente, Macron, parlando del nostro governo ci aveva paragonato alla lebbra. Il popolo francese chiede il cambiamento e un maggiore ascolto delle loro esigenze. Non posso non condividere questi desideri, né penso di dire nulla di offensivo verso i cittadini francesi. È chiaro che qualcosa deve cambiare”.

Sulla polemica è intervenuto anche l’altro vicepremier, il capo leghista. “Sostengo i cittadini perbene – ha sottolineato Matteo Salvini – che protestano contro un presidente che governa contro il suo popolo, ma condanno ogni episodio di violenza che non serve a nessuno. Un conto e protestare contro il caro benzina, un altro è sfasciare vetrine”.

Aggiornato il 08 gennaio 2019 alle ore 13:36