Salvini: “I sindaci traditori devono dimettersi”

La “disobbedienza civile” del sindaco di Palermo Leoluca Orlando contro il decreto sicurezza sarebbe alla base di un piano della sinistra in vista delle Europee. Ne sono convinti i due leader del governo gialloverde Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Frattanto, il parterre dei sindaci “ribelli” si allarga sempre di più. Oltre ad Orlando, e ai sindaci Luigi de Magistris di Napoli e Dario Nardella di Firenze, si associano anche Beppe Sala di Milano, Massimo Zedda di Cagliari, Nicola Sanna di Sassari, Andrea Soddu di Nuoro, e Matteo Ricci di Pesaro e Antonio Decaro di Bari, e presidente dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani).

Secondo il ministro dell’Interno, “per sentirsi un po’ di sinistra fanno un po’ di rumore”. Gli fa eco il ministro del Lavoro: “Ma se vuoi sentirti di sinistra metti mano ai diritti sociali di questo Paese, quelli che la sinistra ha distrutto in questi anni. Pensate come stanno messi male”. Ormai, in tema d’immigrazione, il pensiero di un vicepremier è perfettamente sovrapponibile a quello dell’altro. Il compito che il mondo grillino sembra avere affidato a Di Maio è la “marcatura stretta” del segretario leghista sulla questione migranti.

Ma Salvini, prova a scavalcare, naturalmente a destra, Di Maio. Così attacca duramente i sindaci “disobbedienti”. “Sono amici dei clandestini – sostiene – traditori degli italiani. Sono incapaci ad amministrare le loro città e quindi la buttano in caciara. Dovranno risponderne ai loro elettori, ai loro concittadini che gli pagano lo stipendio. Dimettetevi! Ragazzi siamo in democrazia e governano gli italiani. A quei poveretti di sindaci dico che è finita la pacchia. Se pensano di intimidirmi, dico che hanno trovato il ministro e il governo sbagliato. Io non mollo di un millimetro”.

Nel frattempo, Decaro ha chiesto un incontro al governo per discutere della legge Salvini. “Se il ministro – afferma Decaro – ritiene che il mestiere di sindaco sia una pacchia siamo pronti a restituirgli, insieme alla fascia tricolore, tutti i problemi che quotidianamente siamo chiamati ad affrontare”. Sulla vicenda interviene anche Giuseppe Conte. “Il nostro ordinamento giuridico – sottolinea il premier – non attribuisce loro il potere di operare un sindacato di costituzionalità delle leggi: disapplicare una legge che non piace equivale a violarla, con tutte le conseguenti responsabilità”.

Aggiornato il 04 gennaio 2019 alle ore 12:27