Il veto di Salvini

Matteo Salvini stigmatizza, giustamente dal suo punto di vista, i veti incrociati del Movimento 5 Stelle e di Forza Italia: nessuno dei due intende collaborare con l’altro.

Il leader della Lega fa finta di dimenticare che, nell’attuale e confuso panorama politico impegnato (si fa per dire) a dare un governo al Paese, esiste anche un altro veto: quello che lui stesso ha posto a una collaborazione tra lo schieramento di centrodestra e il Partito Democratico.

Il barbuto leghista - che nel momento in cui scriviamo queste righe ha fatto sapere di non essere neppure intenzionato a incontrare la presidente del Senato Elisabetta, Casellati, perché altrove impegnato (sgarbo istituzionale di non poco conto) - fa finta anche di non ricordare che lui è il rappresentante di uno schieramento e non di un solo partito perché quest’ultimo (il partito) è risultato essere il terzo tra quelli più rappresentativi a livello nazionale.

Salvini dovrebbe rammentare altresì - tra un selfie e l’altro - che finanche il Pd di Matteo Renzi vanta una percentuale di voti maggiore di quella della “sua” Lega, mentre è stato l’intero schieramento ad essere il più votato dagli elettori italiani. Domanda finale: sarebbe forse il caso che il fronte moderato non si fidasse più di tanto di chi modifica i propri programmi in base alle esigenze del momento così come fanno Luigi Di Maio e i suoi burattinai (leggi Il Foglio)?

 

Aggiornato il 18 aprile 2018 alle ore 19:27