Tutti uguali?

Troppo presto per azzardare ipotesi, ma da quel che si vede è difficile tenere a freno l’immaginazione e l’intuito. Prefigurare un accordo tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio sarebbe come dover ammettere che: “Ammazza ammazza so tutti ‘na razza”. In questo caso, infatti, il vecchio adagio del vernacolo di Roma sarebbe più azzeccato che mai. Insomma, che Lega e Cinque Stelle dopo aver tuonato non solo gli uni contro gli altri, ma contro gli inciuci, le spartizioni, le alleanze spurie, finiscano insieme sarebbe come vedere Zichichi e Odifreddi andare a braccetto.

Potremmo dire: “Più che l’onestà intellettuale poté la smania di potere”, utilizzando Dante, ma a poco servirebbe se i due decidessero in quel senso. Del resto a dispetto dei Santi, Di Maio e Salvini sarebbero pronti ad accampare una moltitudine di giustificazioni, a partire da quella più importante offerta dal capo dello Stato con l’invito a trovare soluzioni che non riportino subito al voto il Paese. Resta ovviamente da vedere cosa verrebbe fuori da una fusione simile sia in termini di governo che di programma, vista la siderale distanza fra i due schieramenti.

Non bisogna infatti farsi abbagliare dalle similitudini giornalistiche, usate ad hoc per vendere copie, perché Lega e Cinque stelle sono agli opposti.

I grillini statalisti e assistenzialisti, la Lega federalista e per la cultura dello sviluppo, i grillini per il “pubblico” a gogo, la Lega per le privatizzazioni, i Cinque Stelle per uno Ius soli moderato da decidere con l’ Europa , la Lega assolutamente no. Per non parlare della flat tax, del reddito di cittadinanza e di un altro mucchio di cose che li divide.

È vero, li avvicina la contrarietà alla Legge Fornero e forse la “chiusura” di Equitalia, qualche dubbio sull’Europa e sui Patti conseguenti, ma anche su questo i punti di partenza sono concettualmente opposti. Insomma, i pentastellati partono da Rousseau e i leghisti da Miglio, come possano collaborare francamente è un mistero. Resta il dubbio su quale potrebbe essere la reazione dei reciproci elettorati a una scelta simile, alla decisione cioè di portare il sincretismo alla guida del Paese. Per parte nostra saremo ottusi oppure testardi, ma il diavolo e la croce sono divisi e sempre lo saranno. Che guaio il tripolarismo...

Aggiornato il 16 marzo 2018 alle ore 08:03