Sia chiaro, in un Paese normale, uno qualunque, la sottosegretaria Maria Elena Boschi si sarebbe dovuta dimettere e basta. Insomma, qui non si tratta di accanimento strumentale sull’ex ministro, che pure c’è stato perché la sinistra adora i tribunali, ma si tratta solo di buon senso. Infatti, se la ex ministra si fosse defilata dal Governo Gentiloni tutto avrebbe assunto una dimensione diversa e per certi versi più calzante. Oltretutto, aver trasformato la Commissione d’inchiesta sulle banche in una sorta di collegio inquirente sulla sottosegretaria e sulla famiglia Boschi, francamente è scoraggiante. Del resto, mettere in piedi una bicamerale di questo tipo per concentrarla sul caso “Etruria”, con tutto quello che è successo nel mondo bancario, la dice lunga dei nostri vizi. Non si capisce, infatti, come in chiusura di legislatura un tema tanto delicato possa essere affrontato per dargli la profondità e la compiutezze dovute. In Italia l’argomento sugli scandali bancari, sul sistema della vigilanza, sul mondo del credito e le sue opacità, meriterebbe una commissione da inizio legislatura, prodromica a una riforma del sistema, anziché quel che si è visto adesso. Perché sia chiaro, l’anomalia nostrana non è il pur deprecabile e ingiustificabile caso Etruria, ma il continuo ripetersi da anni e anni di fenomeni truffaldini ai danni dei cittadini. Parliamo di risparmiatori, investitori o semplici contribuenti, che di tasca propria hanno subito abusi, soprusi, inganni e danni, senza né colpa e né peccato.
Basterebbe tornare indietro nel tempo per ripercorrere un elenco lungo di crack bancari, finanziari, strumenti d’investimento da far tremare i polsi. Ecco perché la materia richiederebbe ben altro approccio e ben altre soluzioni che la “ messa in croce” giusta e sbagliata che sia di Maria Elena Boschi. In Italia occorrerebbe una totale riforma di Bankitalia, Consob, delle Authority e di tutto il sistema di vigilanza e controllo sul credito. Da noi dovrebbe cessare la possibilità di utilizzare Bankitalia come riserva di ogni incarico istituzionale, così come l’abitudine di mandare ex politici ai vertici della Consob e delle Autorità.
Per chiudere, l’Italia ha bisogno di essere riportata alla normalità e alla trasparenza nei rapporti fra politica e banche, politica e affari, amministrazione e cittadini, pubblico e privato. È insomma questo un tema da “Costituente”; un tema da assemblea elettiva che riscriva quel tanto che c’è da riscrivere della Carta fondamentale per rilanciare il Paese nel futuro. È questo l’augurio di Natale che porgiamo alla nostra terra e vista la prossimità col voto di marzo 2018 è la raccomandazione che facciamo alla prossima maggioranza, auspicabilmente alternativa a quella attuale.
Aggiornato il 23 dicembre 2017 alle ore 08:38