Immigrazione e accoglienza: demagogia di destra e sinistra

Esiste una comune demagogia nell’affrontare la tematica relativa agli immigrati. C’è una certa destra che li descrive tutti come ladri, stupratori, assassini e terroristi, e una certa sinistra che li considera come sfortunati, poveri e/o brava gente. I primi hanno prodotto una legge (la “Bossi-Fini”) che affronta il problema con criterio, ma immette il virus del clandestino come reato penale; in teoria corretto, ma nella pratica è diventato uno dei motivi per cui gli immigrati devono rimanere in Italia in attesa del processo. Credo che tutti siamo consapevoli della malagiustizia e dei suoi tempi. Su questo aspetto la destra demagoga ne fa un punto identitario, non considerando l’effetto boomerang. La sinistra invece ha prodotto la Legge Turco-Napolitano, che oltre ad essere una legge buonista apre al business dell’accoglienza. Entrambi gli schieramenti non si rendono conto del loro distacco rispetto ai problemi della gente comune, perché li osservano con gli occhi della loro ideologia. La destra pensa che sia solo un problema di sicurezza per gli italiani, mentre la sinistra crede al contrario di risolvere un problema sociale, quello degli immigrati appunto, e da qui la loro folle proposta dello Ius soli.

È fondamentale chiarire dei concetti di base. Il primo, che può sembrare un eufemismo, è che la legge deve essere uguale per tutti, cosa che oggi non avviene. Inoltre questa che viene definita accoglienza nei fatti non lo è, perché il più delle volte gli immigrati sono abbandonati a loro stessi creando un allarme sociale dovuto anche alle lentezze della nostra burocrazia. Altro aspetto non secondario è la distinzione che esiste tra i rifugiati e i migranti economici, che arrivano in Italia in modo clandestino. Mentre i primi hanno diritto nel rispetto delle nostre leggi all’accoglienza, il migrante economico clandestino non ha lo stesso diritto, prima di tutto perché la legge non lo prevede e poi se si segue questa follia buonista dovremmo accogliere tutti i poveri dell’Africa e assisterli distogliendo le risorse per stimolare l’economia e creare opportunità di lavoro regolare per tutti, anche per i migranti che vengono per lavorare.

Un ultimo aspetto è la cittadinanza; essa è figlia di una cultura con i suoi limiti e pregi, questo fa di un cittadino un italiano, uno spagnolo, un tunisino e così via, per cui non è la nascita a dare la cittadinanza ma crescere e condividere una cultura, come già la nostra legge prevede, senza discriminazione per coloro che vivono e lavorano in Italia e i cui figli frequentano le nostre scuole. Tutto ciò dimostra che non si è capito che accettare i migranti economici clandestini ha creato un mercato nero fatto di schiavismo e allarme sociale di soggetti che non conoscono nulla del nostro universo, favorendo una cultura dell’assistenzialismo che è tipica di una visione cattocomunista e terzomondista. Che fare? A parole è semplice rimpatriare tutti coloro che sono arrivati clandestinamente e non hanno un lavoro così come prevedono gli accordi Schengen anche per gli europei, e stipulare accordi con i Paesi di provenienza. Purtroppo la realtà è molto più complessa sia per la cultura pietista che per il business che ormai si è creato intorno a questo fenomeno, sia quello delle cooperative che quello favorito dai datori di lavoro italiani che si comportano da schiavisti. Altra litania buonista è quella che siamo stati dei colonizzatori e allora dobbiamo espiare la responsabilità dei nostri nonni, ma con questa logica dovremmo chiedere il ritorno di tutto il Nordafrica al Cristianesimo, visto che le conversioni furono fatte con la spada; così come i latinoamericani dovrebbero richiedere i danni alla Chiesa cattolica e agli spagnoli.

Un’ultima riflessione riguarda l’Islam e lo sviluppo economico di questi Paesi. L’Islam in Italia o ha il coraggio di secolarizzarsi oppure è incompatibile con la nostra cultura, da qui l’albo degli imam, sermoni in lingua italiana e la chiusura di tutte le moschee abusive senza le furbizie dei circoli culturali. Se non si condividono le leggi italiane esistono altri Paesi molto più ricchi dell’Italia dove i musulmani possono andare a cercare fortuna. L’Italia e L’Europa devono creare la Banca del Mediterraneo per investire e sviluppare in quei Paesi, così come fu fatto per gli ex Paesi dell’Est Europa, anche per fermare il fenomeno migratorio e creare condizione di pace. Il Mediterraneo può essere la nuova Cina sia per l’Italia che per l’Europa.

Aggiornato il 12 ottobre 2017 alle ore 11:28