Israele-Italia: l’intervista a Farhi

Novità in corso per la diplomazia israeliana in Italia. Da qualche giorno l’Ambasciata di Israele in Italia ha dato il benvenuto alla nuova vice capo missione, ministro plenipotenziario Ofra Farhi che succede al vice ambasciatore Dan Haezrachy, più volte ospite delle nostre pagine. Con Ofra Farhi tentiamo di approfondire l’attualità dei rapporti diplomatici tra Italia e Israele e uno sguardo alle politiche di genere nel Paese.

Può presentarsi ai nostri lettori descrivendoci le sensazioni iniziali in questi primi giorni di mandato?

In primis, mi permetta di ringraziarla per quest’opportunità e per l’amicizia che porta verso lo Stato d’Israele. Ho l’onore di essere la vice capo missione diplomatica di Israele a Roma. Per quanto mi riguarda, si tratta di un ritorno, visto che ho già servito, in questo importante Paese come addetta culturale. Ritornata in Israele, quindi, ho ricoperto l’incarico di direttrice del Dipartimento Economico per l’Eurasia, un ruolo che mi ha permesso di visitare numerosi paesi di quella regione, geopoliticamente strategica. Per quanto concerne le mie sensazioni, ovviamente sono molto emozionata, ma anche molto onorata. Sono sentimenti che, in queste prime settimane di lavoro, non riesco a godermi pienamente, perché davvero gli impegni sono numerosi.

Quali proposte e quali prospettive intende intraprendere e rafforzare nel corso del suo mandato?

Arrivo in una realtà dove le relazioni diplomatiche sono già ottime. Italia e Israele sono due paesi alleati, che condividono accordi in ogni settore possibile, dal turismo alla sicurezza. Inoltre, proprio in questo Paese esiste la più folta delegazione di parlamentari membri dell’associazione interparlamentare di amicizia Italia-Israele, presieduta dall’onorevole Maurizio Bernardo (che ringrazio). I miei obiettivi sono quelli di contribuire al rafforzamento di queste relazioni bilaterali, apportando il mio personale contributo, in base alla mia esperienza politica e culturale. Quest’anno, ci tengo a ricordarlo, festeggeremo i settant’anni delle relazioni diplomatiche tra Israele e Italia. Per l’occasione, saremo impegnati in numerosi eventi di celebrazione di quest’anniversario, che riteniamo davvero importante.

Lei, ha già avuto modo di partecipare a degli eventi nel nostro Paese, come, ad esempio, l’inaugurazione del Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica, svoltosi al Palazzo della Cultura a Roma. Può descriverci il perché e l’importanza di tali incontri?

La cultura è un veicolo fondamentale delle relazioni, sia interpersonali che intergovernative. Attraverso gli scambi culturali, infatti, si possono davvero conoscere le ricchezze umane di un Paese, permettendo spesso anche il superamento di barriere derivate dalla non conoscenza dell’altro. Israele, in questo senso, offre davvero tantissimo, non solo nel settore della letteratura, da lei menzionato, ma anche in numerose altre discipline umanistiche. Penso alla musica, all’arte contemporanea e alla danza. L’Italia è uno dei paesi ove Israele ha deciso di investire di più a livello culturale, proprio per il legame che il popolo israeliano sente con quello italiano. In questo senso, mi permetta di ringraziare il nostro attuale addetto culturale Eldad Golan, per il prezioso lavoro di questi anni e per gli importanti risultati raggiunti.

Il Giro d’Italia 2018 partirà da Gerusalemme. L’hanno reso noto gli organizzatori locali. Il giro attraverserà la città vecchia di Gerusalemme, mentre altre due frazioni dovrebbero disputarsi nel sud del Paese e a Tel Aviv. Come leggere tale rapporto tra Italia e Israele attraverso una delle competizioni sportive più amate?

Penso che sia un grandissimo successo. Gerusalemme è una città unica, capace di racchiudere le grandi tradizioni delle tre religioni monoteistiche. Ritengo che i grandi ciclisti che avranno il piacere di prendere parte a questo nuovo Giro d’Italia, potranno sicuramente vivere emozioni fortissime. Non solo ovviamente per Gerusalemme, ma anche per le altre due importanti tappe previste in Israele: quella tra Haifa e Tel Aviv, sulla costa Mediterranea e quella tra Beer Sheva ed Eilat, attraversando il deserto. Credo davvero e ritengo che questa decisione presa dagli organizzatori del Giro d’Italia – una competizione di massimo livello internazionale – rappresenti per Israele un riconoscimento prestigioso, soprattutto per gli sviluppi che il Paese è stato in grado di raggiungere negli ultimi anni. Mi piace pensare di aver in qualche modo contribuito a questo successo, considerando che dieci anni fa sono stata la direttrice generale dell’Unione del ciclismo israeliano e il nostro sogno è sempre stato quello di portare una grande competizione ciclistica in Israele. Diciamo che possiamo dire di aver realizzato questo sogno!

Nello stato di Israele le donne hanno avuto un ruolo fondamentale all’interno delle famiglie e nella vita pubblica. L’hanno avuto nella politica ma anche nell’esercito, un vero e proprio pilastro del Paese. Oggi vi sono generali donne e lo stesso capo del Sistema penitenziario israeliano è una donna. Anche la diplomazia israeliana vede una consistente presenza femminile. Da donna, può descriverci l’attualità delle politiche di genere nel suo Paese?

Israele è un miracolo e la sua storia lo dimostra chiaramente. Questo miracolo è stato l’opera di una società capace di restare unita in ogni momento, soprattutto in quelli più difficili. In questo senso, il ruolo della donna è stato fondamentale, non solo come moglie e madre, ma anche come lavoratrice e soldatessa. Posizioni che hanno contribuito, immediatamente, a rendere la donna emancipata e consapevole dei suoi diritti e delle sue potenzialità. Per me, come donna, è un onore poter rappresentare il mio Paese diplomaticamente, contribuendo attivamente alla conoscenza di Israele e alle relazioni con importanti Paesi del mondo. Sottolineo anche che, negli ultimi anni, la presenza di donne nei corsi per i giovani diplomatici appena entrati al ministero, è numericamente uguale a quella degli uomini. Colgo questa occasione anche per dare il benvenuto ad altre due diplomatiche che sono arrivante in questi mesi nella nostra Ambasciata: Michal Gur-Aryeh, la nuova portavoce e Sharon Kabalo, nuova ministro consigliere per gli Affari Economici. Mi permetta di usare quest’occasione per un augurio: noi ebrei abbiamo festeggiato in questi giorni l’anno nuovo. Quindi, come d’uso, mi auguro davvero che l’anno che verrà, sarà per tutti un anno speciale, ricco di successi e di soddisfazioni. Shana’ Tova!

Aggiornato il 30 settembre 2017 alle ore 10:43