“Festa de L’Opinione”, Industria 4.0 apre la seconda giornata

La seconda giornata della “I Festa Nazionale de L’Opinione” a Marina di Pietrasanta si è aperta ieri facendo il punto su impresa e lavoro con una tavola rotonda dal titolo “Industria 4.0”. Presenti sul palco del Caffè della Versiliana al dibattito moderato dal giornalista Alfredo Mosca il presidente di Unipegaso, Danilo Iervolino; il presidente di Altran Italia, Marcel Patrignani; l’ex segretario della Cisl, Raffaele Bonanni; l’imprenditore Gianpiero Samorì e l’amministratore delegato di Geotermia Italia Spa, Andrea Zanotti.

Secondo Bonanni “l’aumento dell’aspettativa di vita ha creato, inevitabilmente, dei problemi per i conti dello Stato. La Fornero non lo ha capito e ha commesso una serie di errori. Un esempio? Un docente universitario non può essere equiparato a un operatore edile che affronta, ogni giorno, un lavoro usurante. Questa è solo una delle ingiustizie del nostro sistema previdenziale”.

Per Patrignani di Altran Italia “è importante che le imprese siano presenti al momento dell’orientamento del lavoratore. La formazione è fondamentale. Un fatto è certo: oggi abbiamo più bisogno di ingegneri che di storici dell’arte. Altro aspetto decisivo attiene al fatto che le aziende oggi non devono confrontarsi con la riduzione dei posti di lavoro. Quanto, piuttosto, con la trasformazione dei posti di lavoro”.

Articolato e ricco di spunti anche l’intervento di Samorì che si è chiesto: “che società vogliamo, da qui a vent’anni? Vogliamo una società stalinista o una società capitalista? Se scegliamo il primo modello diamo spazio unicamente alle oligarchie. A quel punto, tutti diventeremmo servi dello Stato. I rappresentanti dell’area liberale, purtroppo, non vedono questo rischio. La verità è che non bisogna incidere sulle tasse. Perché le piccole imprese hanno bisogno dell’accesso al credito agevolato. Io ero poverissimo. Ho iniziato come avvocato. A 29 anni ho cercato un fido bancario. E, per fortuna, mi è stato concesso. Così, ho iniziato a fare impresa. Altro aspetto da considerare è senz’altro relativo alla tassazione. Dobbiamo tassare i grandi ricchi. Intendo dire, chi vanta dieci milioni di euro di reddito. Ma occorre ridurre la tassazione nei confronti di tutti gli altri. Credo che un governo liberale debba dire queste cose. Noi dobbiamo salvaguardare questa società. Dobbiamo puntare sul ceto medio. Non ci sono altre strade”.

“È necessaria l’istituzione di una banca pubblica per le imprese meritevoli – ha proseguito Samorì – Ma va approvato un unico adempimento fiscale all’anno. Con un meccanismo fiscale semplificato. Poi, occorre investire su tutto ciò che non è esportabile. Bisogna investire, infatti, 100 miliardi di euro all’anno per bonificare il territorio, demolendo le brutture e rilanciando l’edilizia. Noi abbiamo le bellezze migliori del mondo, ma vanno esaltate. Occorre anche un forte abbattimento del debito pubblico. A partire dall’azzeramento delle fondazioni bancarie. Ma è fondamentale che la Banca d’Italia consegni la propria riserva aurea allo Stato. Infine, è imprescindibile una patrimoniale. Vanno tassati i cittadini troppo ricchi”.

A chiudere il primo dibattito della giornata di ieri, l’intervento di Zanotti, secondo il quale “l’Italia ha un problema di burocrazia. Come possiamo andare avanti? Un esempio: se l’Italia adottasse al 100 per cento l’energia rinnovabile, ogni cittadino risparmierebbe 6mila euro all’anno. Dunque, con tutta evidenza, l’innovazione conviene. Ma questa innovazione dipende dalla scelte della politica. Purtroppo, la politica non riesce ad essere lungimirante. Perché quando il Parlamento approva una legge deve prevedere i benefici per le generazioni future”.

Molta partecipazione ha suscitato anche il secondo dibattito della giornata di ieri, tutto incentrato sulla “Sicurezza urbana” e che ha visto la presenza di Paola Radaelli, presidente dell’Unione Nazionale Vittime, e del senatore Giovanni Mauro (FI).

Per il senatore Mauro, “lo Stato deve tutelare la società che intende guidare. Oggi abbiamo bisogno che la sicurezza sia autentica e venga percepita come tale. Quando, ad esempio, un intruso armato entra nella tua casa con la chiara intenzione di usare violenza su di te e sulla tua famiglia, è necessario in quel momento saper discernere, ma intervenire in maniera precisa. Occorre dare dignità a chi è aggredito. È necessario togliere al giudice la discrezionalità di decidere sull’eccesso di legittima difesa. Per queste ragioni ho presentato un disegno di legge per modificare l’articolo 52 del Codice penale, a proposito della cosiddetta legittima difesa”.

La Radaelli ha sottolineato come “la nostra associazione è per tutelare le vittime di reati violenti. L’abbiamo costituita perché le vittime hanno bisogno di conforto legale, medico ed economico. L’associazione chiede la modifica della legge 122 sul fondo delle vittime. Bisogna sapere, infatti, che le vittime aggredite non vengono risarcite. Eppure, le vittime di mafia vengono tutelate totalmente. Perché? Dobbiamo cambiare questo stato di cose”.

Aggiornato il 11 settembre 2017 alle ore 22:04