Evasori a chi?

Al fatto ormai scontato che i governanti italiani tutti vivono di bugie e promesse non mantenute, mentre l’Istat certifica falsamente che la crescita economica presenta risultati positivi al di là di ogni previsione, le imprese medio-piccole sono in crisi irreversibile tanto che ogni giorno o chiudono o falliscono e i lavoratori autonomi, compresi i liberi professionisti, debbono ridimensionare la loro attività con la conseguenza più negativa per i giovani che non trovano lavoro presso gli studi professionali.

Questa è la triste realtà, e il ministro dell’Economia dichiara che i guai dell’Italia trovano la loro origine nell’evasione fiscale e, al contempo, ecco la solita promessa, sostiene che bisogna diminuire la pressione fiscale. Ma questo signore, al pari dei suoi colleghi cosiddetti economisti, si è mai chiesto da che cosa deriva l’evasione fiscale? La domanda è provocatoria, posto che il signor Pier Carlo Padoan - appartenente da sempre alla casta con particolare riferimento a quella più potente - conosce la risposta ma non la può rendere nota.

L’evasione fiscale in Italia è veramente forte così come la pressione fiscale è insostenibile, ma per recuperarla l’Agenzia delle entrate si guarda bene dall’intervenire nei confronti di quelle sacche enormi che, richiamando il titolo di un celebre film, definiamo “gli intoccabili”, mentre perseguita i piccoli imprenditori e gli artigiani che non possono essere definiti evasori per il semplice motivo che i loro guadagni non riescono, a causa della elevatissima tassazione - diretta e indiretta - e delle bollette varie, ad assicurare alle loro famiglie una condizione di vita accettabile. Ma c’è di più.

Ormai è accertato che si lavora sette mesi all’anno per il fisco, le cui cartelle non possono essere pagate nei termini iugulatori fissati proprio perché molti cittadini e imprese la disponibilità della somma non ce l’hanno a causa dei ritardi ingiustificati con i quali lo Stato e le più grosse società pagano i fornitori, fra i quali vi sono anche i professionisti. Un esempio per tutti, la Telecom e la Tim che dai consumatori ricevono puntualmente il pagamento delle bollette, con la minaccia formalizzata il giorno dopo la scadenza di interruzione del servizio, non pagano le fatture ai cosiddetti fornitori nei termini fissati, con la conseguenza negativa che sappiamo; vi sono ritardi anche di due anni!

Il cittadino comune, ma anche il piccolo e medio imprenditore e il libero professionista, quando non riesce ad adempiere alla propria obbligazione fiscale non può essere definito evasore e s’indigna quando Flavio Cattaneo, A.d. di Telecom, percepisce 25 milioni di euro quale liquidazione per due anni di attività. Comprendiamo che il contratto stipulato dal dottor Cattaneo fa parte di quella categoria di contratti legati al risultato, ma se il risultato è stato eccellente perché la Telecom e la Tim non adempiono nei termini alle loro obbligazioni nei confronti dei fornitori? Ma per tutti i soggetti appartenenti alla categoria dei poteri forti tutto è permesso, anche non pagare le tasse.

Alla luce di queste elementari considerazioni, per favore, né Padoan né altri ministri dell’ennesimo governo illegittimo dovrebbero permettersi di definire gli italiani “un popolo di evasori”, perché i veri evasori non sono i cittadini ma tutti quei soggetti pubblici e privati che godono soltanto di privilegi. Allo stato delle cose è sempre più necessaria la rivoluzione, sia pure incruenta.

Aggiornato il 29 luglio 2017 alle ore 12:09