“Alipallas” (Capitolo 89) - “Concreto e subito?”. Ricordate il capitolo n. 24, del 13 febbraio 2016?
Non pensiamo certo d’aver fatto una predizione, ma quel morbo infetta da decenni la mentalità italiana e in ambito politico, la fissa popolare del “concreto e subito” non ha portato a nessun concreto e a nessun subito.
Come di consueto, il nostro riferimento è rivolto alla politica, ma ci accingiamo qui a criticare un “vizio” della modernità che tende ad ammorbare l’opinione popolare su ogni tema. La storia e la vita dimostrano che la competenza diventa sempre più settoriale; per esempio, se un giorno avevamo gli ingegneri meccanici, quelli edili e pochi altri, ora, in accordo col percorso odierno del sapere, tendiamo ad ingegneri in punti luce, ali d’aereo, eliche, recinzioni e cancellate, sedie, molle e ogni altra specialità particolare.
È probabile che un vero “tuttologo” non sia mai esistito, ma è certo che oggi nessuno può abrogarsi il diritto di competere in ambiti che non conosce. Ciò non vuol dire che non si debbano avere delle curiosità o che non ci si possa intrattenere con più interlocutori su più temi, ma vuol dire che la presunzione di sapere non può prendere il posto della conoscenza. In verità, il popolo italiano sa ancora esprimere mille ingegni perfino sopra la media mondiale, dunque, non stiamo certo asserendo che sia un popolo di spacconi e presuntuosi, tuttavia, in tema di politica, è difficile trovare chi sentenzia idiozie come fanno certi italiani.
La nostra politica popolare è devastata da incitamenti di “abbagliati” che si credono intuitivi, coraggiosi e illuminati, mentre non sono altro che dei palloni gonfiati. Da decenni, il nostro Paese è oppresso dalla criminale invadenza e prepotenza delle istituzioni politiche, eppure c’è chi si sente libero mentre butta il cervello all’ammasso, senza capire che la suggestione e l’impulsività amputano l’intelligenza.
A causa della suicida abitudine di assumere come verità la verità che più ci piace, la nostra analisi politica popolare si riempie d’incommensurabili sciocchezze, come un fiume di parole insensate che scorre nel letto dell’incompetenza. Siamo testimoni dell’inconcludenza della nostra azione di rivalsa politica popolare; non sarebbe tempo di prendere atto di tale vergogna e licenziare ciarlatani, vanagloriosi e improbabili “docenti”?
La specializzazione verso cui corre la modernità, nega l’improvvisazione, ovvero la diffusa convinzione popolare che si possa realizzare qualcosa in modo immediato. Dal concepire un bimbo per vederlo, come dall’interrare un seme per ottenere un albero, nella vita, dunque, nella politica, non esiste nulla che si sviluppi e completi subito. Il sapere porta a Dio ed è facile che religione e scienza siano l’una lo stato potenziale dell’altra, come sappiamo che accade nel rapporto tra energia e materia; intanto però, non siamo onnipotenti. Tu sai tutto? Allora dimmi, per cortesia, dove abita l’umiltà dell’intelligenza; inoltre, giacché commenti sempre, potresti esprimere la tua opinione sull’Alipallas?
Aggiornato il 14 luglio 2017 alle ore 23:09