Privi d’ogni pudore (Capitolo n. 86) - Non se ne può davvero più. Con quale faccia di bronzo i nostri politici “eletti”, continuano a proporsi con superbia, prepotenza e vigliaccheria, nonostante ricevano quotidiani insulti da parte del popolo che non li sopporta più?
Faccia di bronzo forse è poco; si tratta infatti d’individui “devoti” alla loro natura parassita e vigliacca con cui sfruttano i cittadini. Come recita una sorta di adagio: al mattino, ogni italiano che si alza dal letto, resta piegato perché ha il peso di un politico sulle spalle. È incredibile come i nostri politici, portatori di mille punti di vista differenti e contrastanti, trovino unità d’intenti nel derubare e avvilire il popolo.
Il primo parlamentare si suiciderà quando si sarà ucciso l’ultimo cittadino. L’infame apparato pubblico, ha avuto genesi per tutelare il popolo e invece esiste per avvilirlo e opprimerlo; il nostro popolo vive il calvario della schiavitù creata dalle istituzioni. Ne è esempio la mostruosa burocrazia che, presentata come equità e sicurezza, ha invece il fine di estorcere e corrompere. L’intelligenza ha una perversa deviazione che si chiama cinismo e nei nostri politici vigenti, il cinismo straripa.
Basti pensare che, mentre il consenso popolare è in costante calo, loro si organizzano per compralo piuttosto che per meritarlo e il capitale che adoperano per pagarlo, viene dal denaro pubblico. Le istituzioni dello Stato hanno saputo trovare i nomi più nobili per mascherare le più infami forme di corruzione ed estorsione. La democrazia è cosa diversa dall’ipocrisia che se n’è fatta per dare agio ai criminali e vigore agli stupidi; del resto, la democrazia è luce della società quando la società esce dal buio del’ignoranza.
La nostra falsa democrazia non permette affatto di vivere in regime di libertà, al contrario, essa usa sottilmente il plagio per incanalare il popolo dove le fa più comodo; si “occupa” di te, facendo di tutto perché tu non ti occupi di lei. La limitazione della libertà fisica è un concetto di oppressione popolare antico, oggi si è fisicamente liberi di mettere l’emotività al posto dell’intelligenza, dunque, di fare proprie le fissazioni con cui si è ipnotizzati dal plagio che è una precisa tecnica del potere; per esempio, l’intelligenza dell’apolitico è uguale a quella di chi, attaccato in mare dagli squali, si definisce “asqualico”. Il potere riesce ancora a dividerci in ideologie, mentre la sua unica ideologia è l’estorsione di denaro. Credevamo d’avere scopeto la democrazia, invece ci siamo trovati davanti al modo nuovo e ambiguo di chiamare la dittatura.
La nostra democrazia è sopruso istituzionale, ma il destino o fato, che per i Greci superava lo stesso Giove, ferma in modo trascendente gli individui perversi e le angherie della storia. Anche un popolo come il nostro, incapace di rivalse efficaci, prima o poi vedrà la carne dei suoi politici infami, dissolversi come corrosa nell’acido.
Aggiornato il 16 giugno 2017 alle ore 22:40