La voglia matta di bipolarismo

In attesa di capire come finirà davvero con i ballottaggi, in questo primo turno c’è già stato chi sicuramente ha vinto e chi ha perso. Ha vinto il bipolarismo, centrodestra/centrosinistra, ha perso il Movimento Cinque Stelle, cosiddetto terzo polo.

Dunque, dopo questo primo risultato e visto il triste naufragio dell’accordo sulla legge elettorale, c’è d’augurarsi che il Parlamento ne tenga conto. Qui non si tratta di celebrare la fine di Grillo, ma che la sua onda montante si stia ritraendo è evidente dal flop dei risultati.

Insomma, fra gli italiani almeno quelli che hanno votato domenica scorsa la voglia matta di bipolarismo è inequivocabile, come inequivocabile è la necessità di formare coalizioni. È un segnale che il centrodestra e il centrosinistra non possono non cogliere in vista del ben più impegnativo scontro alle prossime politiche.

Ecco perché non solo servirà una legge elettorale chiara e armonizzata fra Camera e Senato, ma che tenga conto della indispensabilità delle coalizioni. Sul futuro di Beppe Grillo e dei cinque stelle difficile fare previsioni ma certo, confusione, assenza di democrazia interna e classe dirigente si fanno sentire eccome.

Proporsi, infatti, alla guida di un Paese con le frasi fatte sulla democrazia diretta, sul reddito di cittadinanza e sul governo della rete non paga, non serve, non funziona. Come se non bastasse i grillini a un anno dalla vittoria su Roma e Torino ancora non sono stati in grado di offrire, soprattutto nella Capitale, un seppur minimo segnale di buongoverno. Certo, poi prevedere dove finirebbero i voti pentastellati ove il movimento deflagrasse allo stato è impossibile.

In buona sostanza, il primo turno di queste amministrative ha sancito sia la impraticabilità del tripolarismo e sia che la tecnica del tutti liberi è inutile e pericolosa. È un messaggio a Renzi, ma specialmente a Silvio Berlusconi. A buon intenditor poche parole...

Aggiornato il 12 giugno 2017 alle ore 22:39