Che il G7 di Taormina fosse stato un fallimento lo si era capito subito, e non solo per l’assenza della Russia, sospesa nel 2014 per le vicende della Crimea, ma anche perché i partener europei, abituati alle obamiate, non sanno più che pesci prendere, col nuovo inquilino della Casa Bianca che, infatti, a differenza di Obama, che lasciava correre sulle spese militari ma era intransigente sul politically correct e sulle panzane dei cambiamenti climatici ottenendo pieno sostegno, ha terremotato i rapporti con l’Europa, provocando reazioni sempre più pesanti.
Tra queste, le più dirette, sono state quelle della signora Angela Merkel che, già alla fine del forum se ne era uscita dicendo che non avrebbe più fatto affidamento sugli Stati Uniti, e successivamente non sopportando la critica di Trump “Loro pagano molto meno di quanto dovrebbero per la Nato e le spese militari” ha reagito con un “Bisogna sapere che dobbiamo lottare noi stessi per il nostro futuro e il nostro destino di europei” rivolto agli Stati europei. Come a dire che non si ha più bisogno degli Stati Uniti.
In questo crescendo c’è di sicuro un condizionamento per la campagna elettorale tedesca ma vi è anche la speranza di bloccare sul nascere la fine delle bufale che farebbe apparire come sciocchi quanti si sono accodati nel corso degli anni. Tedeschi e comitiva europea che, nel corso ormai di oltre 20 anni, non hanno approfondito le documentate argomentazioni di studiosi e ambientalisti di livello internazionale come quelle dell’accademico danese Bjørn Lomborg; o quelle dell’esperto di uragani, che ha deciso di dimettersi dall’Ipcc (Intergovernativo Pannello sui Cambiamenti Climatici), Christopher Landsea, per divergenze nella diffusione di notizie non vere sugli uragani presentati come conseguenza del cambio del clima.
Gli italiani, poi, apparirebbero come emeriti sprovveduti per non aver voluto sentire ciò che diceva il Premio Nobel italiano, Carlo Rùbbia (https://www.youtube.com/watch?v=CRXRydPKLd8) che si era espresso, durante un suo intervento nella qualità di fisico e senatore a vita nel Parlamento italiano; o quanto sostenuto dal professor Antonino Zichichi (presidente mondiale degli scienziati) che ha difeso la CO2 senza la quale le piante morirebbero e non produrrebbero più l’ossigeno che serve agli esseri viventi del pianeta, ecco l’ultimo suo articolo; o quanto sostenuto dell’indomito e battagliero accademico Franco Battaglia che ha fatto di questo impegno, la battaglia della sua vita..
Continuare a citare membri della comunità scientifica internazionale che si sono espressi contro l’ipotesi di cambiamenti climatici di natura antropica, sarebbe solo inutile. Basti solo dire che in detta comunità le teste pensanti sono una massiccia maggioranza, al netto di tutti i “dirigenti” dell’Ipcc, lautamente finanziati dall’Onu e che badano solo a difendere la gallinella dalle uova d’oro scoperta con la bufala del secolo, e sfornando continuamente notizie false sull’argomento.
Nella trappola, dispiace dirlo, è caduto anche Francesco I sostenendo, con “Laudato sii Signore”, l’imbroglio, giustificandosi che la maggioranza degli scienziati sarebbe d’accordo. Anche Urbano VIII diceva le stesse cose sottoponendo Galilei ad un assurdo processo e facendolo torturare per costringerlo all’abiura. La differenza con allora sta nel fatto che oggi la maggioranza degli scienziati è contraria alla tesi del surriscaldamento del pianeta mentre detto assunto viene sostenuto dalla classe politica del politically correct che scienziati non sono.
Aggiornato il 01 giugno 2017 alle ore 22:45