Non ho tempo (Capitolo 84) - Come afferma la stessa scienza, perfino il concetto di tempo si evolve e chissà quante cose ci dirà ancora; il tempo avvolge tutto ed è un concetto pertinente anche alla politica, dunque, trovarlo tra le pagine e i capitoli di questa nostra trattazione, è normale.
A proposito, sei tu che dici sempre: “Non ho tempo”? Beh, se è così, vorrei parlare con te di alcune cose; con te, sia chiaro! Vorrei discernere di politica, vorrei che mi aiutassi, vorrei aiutarti, vorrei che riuscissimo a pensare perfino di giocare talvolta nella stessa squadra. Vorrei, vorrei... vorrei comunicare, conoscerti, dare e ricevere compagnia, confrontare le tue e le mie idee. Si tratta di sentimenti elementari, di parole semplici che esseri umani generosi pronunciano ogni giorno al telefono, per strada, al bar... ovunque. Semplici parole alle quali purtroppo, forse con qualche leggerezza, tu rispondi quasi sempre: “Non ho tempo”. Che espressione apatica, non credi? Poco originale, ripetuta da troppi e troppo spesso col ritmo dell'ossessione e con qualche traccia di presuntuoso vittimismo.
Parole che valgono davvero poco, eppure usate da buoni e cattivi, umili e arroganti, contenti e tristi, uomini e donne, poveri e ricchi. Parole intrise della troppo “sconfinata” giustificazione del “devo lavorare”, “devo mangiare”, “devo mantenermi”; parole che sono spesso viatico di un sopravvivere mediocre e offensivo dell’ultimo brandello della tua libertà. Forse non ci hai mai pensato, ma la mancanza di tempo è una sorta di truffa nella quale sei caduto come un allocco. Una società che non ha tempo è una società che non sa riflettere, una società che non genera preoccupazione a certa prepotenza istituzionale, ovvero a quel potere politico che proprio per portarti via il tempo, ti annega nell’angoscia, nell’impedimento, nella regola immorale e nella burocrazia bastarda.
Eh sì, caro mio, ci sei proprio caduto come un allocco! Non hai tempo insomma, dunque, non credi, non aiuti, non t’impegni e fai come di tutto per non valere nulla, nonostante ti senta un “duro”. Ho sentito spesso come contesti e come ti lamenti! Quei tuoi toni supponenti, quel coraggio solo urlato, quegli assurdi flash senza cognizione che lanci come se fossero luce al mondo. No, non è vero che ti manca il tempo; forse scarseggi in umiltà, coraggio e preparazione. Eppure, tutti insieme, siamo la forza e se la smettessi di non avere tempo, ti accorgeresti che quelle istituzioni che ci offendono e quei miserabili adepti del potere politico vigente, inizierebbero ad avere paura.
Caro amico che non hai tempo, caro lavoratore, caro elettore del “centroqua” o del “centrolà”, procurati un po’ di tempo e di convinzione, sforzati di capire che il mondo va oltre il salotto di casa tua e i muri del tuo ufficio e che proprio lì, oltre quelli, c’è un nuovo paragrafo di vita che ti aspetta.
Aggiornato il 01 giugno 2017 alle ore 22:53