Come i vescovi italiani scelgono i

L'attesa è dunque finita. Oggi, riuniti in Vaticano nell'Aula Nuova del Sinodo, i vescovi italiani procederanno all'elezione della terna di nomi da sottoporre al Papa per la scelta del nuovo presidente della Cei, il successore, dopo due mandati quinquennali e ulteriori tre mesi di proroga, del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova. È la prima volta che ciò accade, in virtù della modifica dello Statuto decisa l'anno scorso dai vescovi, dopo che proprio papa Francesco aveva dato indicazione di istituire anche per la Conferenza Episcopale Italiana una forma di elezione del proprio presidente, anziché come avveniva finora - unico caldo al mondo - con la nomina diretta da parte del Pontefice.

I vescovi italiani, comunque, con la formula dell'elezione della terna, hanno voluto lasciare la decisione finale al Pontefice, in virtù del legame speciale che unisce l'episcopato nazionale al Vescovo di Roma e Primate d'Italia. Ma come avverranno le operazioni di voto? Sì procederà subito dopo la relazione assembleare che sarà tenuta alle 9.15 dal card. Bagnasco. Per la carica di presidente della Cei non esistono candidature formali: sono eleggibili tutti i vescovi diocesani delle 226 diocesi italiane (non i vescovi ausiliari e neppure gli emeriti; non è eleggibile neanche il segretario generale mons. Nunzio Galantino poiché non ha in carico una diocesi, dopo aver lasciato quella di Cassano allo Jonio).

Le operazioni avverranno con voto elettronico e, ovviamente, a scrutinio segreto. Le votazioni saranno multiple: i tre candidati da sottoporre al Papa saranno eletti uno alla volta, con votazioni distinte, e ognuno di loro, per finire nella terna, dovrà aver ottenuto la maggioranza assoluta, cioè il 50 per cento più uno dei consensi (nel caso si effettueranno anche dei ballottaggi). L'esigenza è quella di mettere nelle mani del Pontefice tre nomi che abbiano tutti avuto un consenso maggioritario tra la base dei vescovi. Una volta eletta, la terna di nomi sarà portata a Santa Marta e consegnata al Pontefice. A lui spetta la scelta finale, che teoricamente potrebbe avvenire anche al di fuori dei tre eletti. Ma non è onestamente prevedibile che questo, nel caso attuale, possa accadere. Il nome del nuovo presidente potrebbe aversi già prima della fine dell'assemblea, che si chiuderà giovedì mattina.

Aggiornato il 23 maggio 2017 alle ore 11:43