Stato di Diritto, informazione e conoscenza: un’analisi al Senato

Il Partito Radicale Transnazionale e il Global Committee for the Rule of Law “Marco Pannella” continuano nella campagna per l’affermazione del diritto umano alla conoscenza come strumento per l’avanzamento dello Stato di Diritto contro la ragion di Stato.

Una nuova e importante iniziativa si terrà il 12 maggio presso l’aula Commissione Difesa del Senato della Repubblica. Tra i prestigiosi relatori ritroviamo Giulio Terzi di Sant’Agata Ambasciatore, già ministro degli Esteri, Presidente del Global Committee for the Rule of Law “Marco Pannella”, Herdis Kjerulf Thorgeirsdottir vicepresidente della Commissione di Venezia, Matthijs Berman Primo Consigliere del Rappresentante Osce per la Libertà dei Media, Saskia Ruth dell’Università di Zurigo, André Gattolin Senatore ecologista per la Hautes-de-Seine, Marco Beltrandi già deputato radicale, Gianni Betto già direttore del Centro d’Ascolto, Andrea Saccucci avvocato, Francesco Posteraro commissario Agcom, Stefano Polli vicedirettore Ansa e Giuseppe Giulietti presidente Fnsi. I lavori saranno moderati da Laura Harth e Matteo Angioli del Partito Radicale.

La formulazione e la codificazione del diritto umano alla conoscenza, come dei diritti umani universali, può avvenire solo all’interno di un processo politico globale che veda nell’affermazione dello “Stato di Diritto contro la Ragion di Stato” la propria ragione di essere. Necessitiamo della formulazione di un criterio universale, preciso e operativo, per giudicare la legittimità di un governo, della sua capacità a proteggere e promuovere i diritti dell’uomo, innanzitutto, attraverso le procedure di dibattito e conoscenza che i mass media mettono a disposizione dei cittadini. Incentrare l’attenzione sulla problematica dell’informazione di regime resta una priorità per comprendere lo stato della deriva autoritaria della “democrazia reale”.

Risulta essenziale avviare una riflessione non meramente accademica in vista di una vera e propria campagna politica volta a riformare la democrazia consolidata così come si sta manifestando nei paesi a democrazia “reale”, che tenga anche conto del mutamento delle aspettative e delle condizioni dovute all’affermarsi delle tecnologie informatiche, di internet e dei social media, prestare attenzione a tutte le formulazioni della società in rete e del capitalismo informazionale così come descritte dal sociologo Manuel Castells. Viviamo in un contesto in cui si registra, da un lato, una diffusa regressione del dibattito pubblico e della libertà di informazione e dall’altro un’esplosione delle aspettative favorite dall’affermarsi dei nuovi media, mentre l’attualità della globalizzazione crescente erode la capacità di risposta ai problemi e ai bisogni nelle democrazie reali, in assenza, nella debolezza e con la crescente crisi delle istituzioni e degli istituti giuridici transnazionali. Su questo può fondarsi una risposta seria ed efficace ai populismi politici, espressione di questa crisi valoriale. Un aspetto fondamentale è rendere concretamente il più possibile libero ed efficace il dibattito pubblico nelle democrazie “reali”, onde tentare di far sì che a livello culturale, politico e antropologico lo Stato di Diritto, democratico e federalista, possa tornare a costituire un modello di riferimento per il resto del mondo e i diritti umani ritornino ad assumere una valenza universale, così come auspicato da quasi tutte le Ong.

Pannella definiva democrazia reale quel processo politico di “tradimento” della democrazia, in atto in Occidente, simile al processo autoritario avutosi con il socialismo reale all’apposto della originaria visione del “socialismo”. Nell’epoca del terrore e della paura solo la conoscenza può far comprendere, conoscere e quindi rafforzare il dialogo, fermando la deriva autoritaria in corso, anche, nelle democrazie occidentali.

(*) Consiglio Direttivo di Nessuno tocchi Caino e componente Comitato centrale della Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo

Aggiornato il 10 maggio 2017 alle ore 11:33