Amarezza a 5 Stelle

Non si capisce come mai il Movimento Cinque Stelle, nonostante le sciagurate nomine fatte dalla sindaca Virginia Raggi a Roma, non solo non perde consensi ma anzi in qualche modo li incrementa.

La risposta non è difficile. Questa situazione è dovuta in primis a causa dello spettacolo indecoroso che offre il Partito Democratico attraverso i comprensibilissimi disagi dei vecchi mestieranti della politica che non vogliono mollare la presa, abituati come sono a gestire la cosa pubblica nell’unico modo che a loro interessa, ossia quello della gestione del potere tanto cara alla Democrazia Cristiana e al Pci. E non sono da meno né il giovane ma intraprendente Matteo Renzi, né il meno giovane Michele Emiliano, il quale, da magistrato in aspettativa, coltiva il sogno politico con l’ambizione di raggiungere i massimi livelli del potere, sempre nell’ottica di quel cattocomunismo favorito dal dannosissimo compromesso storico degli anni Settanta-Ottanta.

In secundis a causa della strategia di Forza Italia il cui capo indiscusso, ancora contornato da personaggi interessati, insegue sempre l’obiettivo delle larghe intese con il suo unico erede, quel Matteo Renzi che lo ha tradito preferendo proseguire l’intesa con i tanti voltagabbana della politica italiana, da Alfano a Verdini fino a Casini, che hanno dato vita a gruppi politici destinati ormai a scomparire dalla scena. Ma ormai il danno è stato fatto e a trarre grandissimo vantaggio da questi errori è stato il Movimento grillino che, piaccia o non piaccia, prosegue sulla via, condivisa da tanti italiani, della eliminazione dei tanti privilegi ai quali tutte le altre formazioni politiche non intendono rinunciare. In ogni caso, è sufficiente assistere ai tanti talk-show che si interessano di politica nell’ottica dell’immigrazione e del problema dei vergognosi vitalizi per rendersi conto del fenomeno di grande protesta che ormai fa parte della quotidianità.

Un esempio per rendersi conto dell’indignazione della gente: compaiono Giovanardi, Rotondi, e finanche Cito - il tanto chiacchierato sindaco di Taranto ed ex deputato - che difendono senza pudore ma con consumata furbizia i privilegi di cui godono. Ebbene, quando si voterà, se il centrodestra non userà una strategia nuova e vincente, l’ondata di indignazione si tradurrà in un massiccio voto in favore del Movimento Cinque Stelle. Io penso che se non cambieranno a breve le cose, ci sarà da affrontare il problema dei diversi moti di protesta che inevitabilmente si moltiplicheranno nel nostro Paese (e non limitati alla semplice manifestazione).

In conclusione, poiché ormai anche Matteo Renzi è stato costretto a fare retromarcia sull’indispensabile anticipazione del voto, dovremo, con l’ennesimo Governo nato senza la volontà popolare, sopportare per volere dell’Europa unita chissà quanti altri sacrifici. Nel mentre i parlamentari, superato il fatidico 15 settembre, potranno godere della davvero immeritata pensione a dispetto di coloro che avendo lavorato per 41 anni dovranno attendere ancora molto per usufruire del trattamento pensionistico, che in ogni caso sarà davvero modesto. Quando si andrà al voto, pertanto, se non muterà l’attuale scenario politico, la gente - se deciderà di non astenersi - chi voterà se non il Movimento 5 Stelle? Che grande tristezza!

Aggiornato il 07 aprile 2017 alle ore 18:08