Cronaca di un Congresso (Capitolo 53 - Parte D) - In verità è un tipo di congresso di partito che si celebra più raramente degli altri, ma abbiamo scelto di “accendere” le telecamere su un congresso a liste davvero contrapposte, perché quelli a lista unica o a liste concordate, non hanno praticamente nulla che possa interessare la cronaca, se non l’antidemocrazia per antonomasia che esercita il controllo e la totale programmazione di ogni particolare o fatto che accade nell’ambito delle varie fasi e operazioni.
Il congresso a lista unitaria, infatti, aspetta la seconda convocazione (quella che convalida senza necessità del 51 per cento degli aventi diritto), poi svolge le varie formalità, gli interventi e quant’altro, dunque, vota la lista per alzata di mano all'ovvia unanimità dei presenti (capitolo 34) nel momento assembleare che, guarda caso, sono generalmente poco più di pochi. Da parte sua, il citato congresso a liste concordate è quasi la stessa cosa; è vero che le liste dei candidati verranno votate al seggio e non per alzata di mano in assemblea, ma sappiamo già (capitolo 37) che, come si evince dalla stessa definizione, sono stati preventivamente concordati tanto i candidati, quanto i voti, quanto gli eletti… del resto, se così non fosse, non si chiamerebbero liste concordate.
Sembra che la democrazia sia solo una facciata; sembra cioè che non abbia alcuna importanza come si vota né come si organizzano i raggiri in nome del voto, conta però che le operazioni di voto abbiano luogo e che siano inconfutabilmente approvate. In sintesi, c’è la prima convocazione, poi la seconda, dunque l’avvio del congresso; i portatori di incarichi o mansioni, devono prima passare dalla verifica poteri, mentre gli altri entrano direttamente nella sala assembleare dove stanno per iniziare gli interventi oratori… proprio quella sala volutamente scelta perché almeno qualcuno non riesca a trovare posto a sedere. Una sala gremita, indipendentemente dal numero dei posti, è una delle prime notizie per la stampa.
Nei prossimi capitoli vedremo anche con quale criterio si assegnano i posti a sedere in sala e come si sceglie la sequenza degli interventi oratori. Sappiamo già che, finito il congresso a lista unitaria, molti giornalisti riempiranno le pagine della “compattezza e unanimità” del partito celebrante, invece, nel caso delle liste concordate, quegli stessi giornalisti parleranno della grande “dialettica democratica” che caratterizza il partito.
Non dimentichiamo che i congressi “eleggono” i dirigenti di partito che, a loro volta, determinano la vita e le scelte del partito stesso, ma anche delle istituzioni e del sottobosco (capitoli n.1 e n.2). Dalla corruzione, agli accordi con organizzazioni d’ogni tipo, malavitose comprese, l'oltraggio al popolo e alla democrazia nasce proprio nei congressi. A proposito, aperto il congresso e giunte alla verifica poteri, le due signore (capitolo precedente) che erano scrutatrici, non trovano più il riconoscimento del loro ruolo; qualcuno ha cambiato i verbali… vedremo come.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:26