I ragazzi del 2024   sono senza speranza

Virginia Raggi dice no alle Olimpiadi chiudendo definitivamente ogni spiraglio di trattativa sul tema. Diciamo subito che delle Olimpiadi ce ne impipiamo altamente perché è dimostrato che, ovunque esse siano state organizzate e tranne in rari casi, hanno portato più costi che benefici oltre che una lievitazione dei preventivi a dir poco spropositata.

Chiaro che buona parte degli scostamenti sulle previsioni siano da annoverare alla voce corruzione o, più in generale, a inefficienze di una macchina pubblica sciatta e sprecona. Ma il punto non è questo: il punto è che i grillini avevano vinto le elezioni spergiurando di essere diversi e promettendo di farglielo vedere loro a quel branco di coglioni politicanti e blateranti come si amministra la cosa pubblica e come si tirano a specchio le città con parsimonia ed efficacia. Adesso, rinunciare alle Olimpiadi perché altrimenti prevalgono il malaffare, lo spreco, il cemento e le lungaggini, equivale ad un atto di resa della politica ed una manifesta incapacità di cambiare le cose.

Eccola la decrescita felice: blocchiamo tutto e nel frattempo aspettiamo il declino con serenità cazzeggiando di scie chimiche sul web. Questa è l’inesperienza che avanza, questo è un grido forte e chiaro con il quale i pentastellati vogliono farci intuire di non sapere che pesci prendere preferendo non bruciarsi dopo aver criticato l’universo mondo. Meglio il nulla, dunque, a qualcosa che non si sa fare e che quindi si farebbe male, anche se nel frattempo un progetto per Roma non si intravede nemmeno all’orizzonte e si è alle prese ancora con la scelta degli assessori dopo mesi di cincischiamenti. Peccato però che il compito di chi amministra non sia questo: la politica deve avere l’ambizione di poterle cambiare le cose ma anche e soprattutto di dare messaggi di speranza per il futuro.

La politica oggi ha detto a chiare lettere ai ragazzi del 2024 che non c’è speranza.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:48