Mille tra i peggiori (Capitolo 47) - Il capitolo numero cinquanta, come sappiamo, aprirà il “sipario” della simulazione di un congresso-tipo. Vedremo, in una sorta di diretta, l’applicazione dei mille trucchi e veleni fin qui riportatiti nel corso che, tra l’altro, è orgoglioso di averli descritti per permettere al lettore di capire ciò che si nasconde dietro le quinte, dunque, di non fantasticare tra emotive supposizioni, com’è un po’ tipico di troppi italiani.
In attesa dell’apertura del sipario, ci prendiamo la libertà di qualche riflessione. La messinscena dei congressi elegge i dirigenti di partito (Capitolo n. 9) che, a loro volta, nominano o fanno eleggere gli “abitanti” delle istituzioni, parlamentari compresi. È saggio non fare di tutta l’erba un fascio ma, cari deputati e senatori, dunque, presidenti del Consiglio, ministri, sottosegretari, eccetera, pur considerando la distinzione tra chi costringe e chi è “costretto consenziente” o semplicemente inefficace, voi siete mille tra gli italiani peggiori. Chi avrebbe mai detto che la vostra cerchia si sarebbe fatta detestare tanto? Non basterebbero i fogli della Divina Commedia per descrivervi con dovizia di particolari, ma ci accontenteremo di una sintesi; i mille garibaldini si sono dati da fare per tirare insieme l’Italia e voi mille la distruggete. Vi siete riempiti d’autorità, ma siete privi di autorevolezza e vi circondate di un intorno che vi assomiglia.
Ribadiamo che non si può fare di tutte l’erba un fascio, dunque, non siete tutti uguali, ma è inconfutabile che la vostra squadra produca l’infelicità del popolo italiano. Alle vostre ampollose parole fa seguito ogni insufficienza e, nonostante certe sceneggiate, apparite sempre attenti a non valicare mai quel confine che vi mantiene all’interno del parassitismo istituzionale. Nel caso, più volte dichiarato ma mai attuato, di un membro della squadra che voglia cambiare e migliorare le cose, ecco che minacce e coercizioni piegano ogni poveretto ai vostri usi.
Il popolo sa del vostro parassitismo e sa pure che, col voto di scambio, portate alle urne il capillare “acquisto” di molti opinabili cittadini; ma la matematica è matematica e voi siete in un vicolo cieco che esaurisce la possibilità di reperire altri quattrini per ulteriori “acquisti”; è per questo che puntate a leggi elettorali e referendum che assicurino maggiore potere pur in presenza di meno voti? Blaterando sul suo bene, avete tolto ogni rispetto al popolo che si è stancato e pensa di voi ogni male. Siete retorici e parlate di una società che non esiste. Affrontate ogni tema con ipocrisia e, nella vostra mente, nulla è più importante del rimanere abbarbicati ai vostri delinquenziali privilegi che avete trasformato in legge. Prendete in giro la società con le vostre rappresentazioni del reale, ma la società non vi sopporta più. Così come siete, siete inutili, anzi dannosi. Arriverà il tempo che vi spazzerà via, pur se rimarrete ancora un brutto peso per qualche lungo anno.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:10