Liste contrapposte per punire (Capitolo 42) - Occorre essere consapevoli che la politica gestisca la nostra vita e scelga per noi. Piaccia o no, è così, dunque non ha senso essere impulsivi, né usare i soliti slogan da popolo impreparato né sentirsi intelligenti e forti perché si è apolitici. L’apolitico è intelligente come chi subendo l’attacco di uno squalo, si dichiara “asqualico”. Il popolo è piegato da una classe politica dirigente infame; è sbagliato parlare di attacco di “squali”?
Già trattate le liste unitarie (capitolo n.34), chiuse e aperte (capitolo n.36), concordate (capitolo n.37) e contrapposte (capitolo n.38), concludiamo qui la descrizione delle varie liste, segnalando il fine “punitivo” che caratterizza spesso le liste contrapposte. Un congresso di partito che va a liste contrapposte, viene descritto come espressione ricca per l’ampia dialettica interna e virtuosa per la capacità di trovare sintesi nel rispetto della maggioranza; peccato che tali dichiarazioni siano solo delle ipocrisie destinate a quel pubblico, purtroppo vasto, incapace di farsi delle opinioni diverse da quelle che gli vengono emotivamente “suggerite”.
Di là dei comunicati che puntano al plagio, i congressi a liste contrapposte sono rari ma si attuano quando il più volte citato tavolino del preordino dei congressi, non riesce a raggiungere un accordo. Insomma, si va a liste contrapposte quando qualcuno ha raggiunto la forza di non poter essere escluso dal “tavolino”, ma non si assoggetta ai “preconfezionamenti”.
In presenza di un indipendente o “disobbediente”, il congresso andrà a liste contrapposte per isolarlo e punirlo; la spregevole tecnica che si usa è molto “matematica”, ma vediamo di capire come funziona.
Le liste presentate come contrapposte ma di fatto concordate, sono due, talvolta tre. In linea di massima, la prima elegge il 51% dei dirigenti, la seconda il 32% e la terza il 17%. Invece, se il disobbediente non accetta i “giochi” del tavolino e presenta la sua lista, allora il partito si coalizzerà contro di lui.
Le liste contrapposte stanno a significare che il partito organizza più liste che si contrappongono a quella di chi non accetta i “preconfezionamenti” del tavolino; insomma, forma tante liste quante ne servono per procurare il massimo danno alla lista disobbediente.
I numeri variano da partito a partito, ma il succo è sempre quello. Su quattro liste, per esempio, la prima piazza il 50% dei dirigenti del partito, la seconda il 30%, la terza il 12% e la quarta l'8%; calcolati con buona approssimazione i voti della lista “disobbediente” (sapete già come), si fa in modo che due liste le arrivino davanti e una, con pochissimi voti, dietro. Arrivando terza, la lista “disobbediente” vede ridotta la propria percentuale per la presenza della quarta lista.
Demordere è però da ansiosi; i partiti prepotenti sono in equilibrio precario e un attacco, anche minoritario, genera forti crisi. La politica malvagia deve essere combattuta, ma occorre sapere come.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:12