La conoscenza “in breve” non rende competenti. Esistono cose più semplici di altre, ma la superficialità non dà ragione neppure di quelle. La politica è tra le cose più difficili e nel popolo, l’esercito di individui che s’improvvisano politologi, è ormai un guaio per l’intera società. Nella vita, dunque anche nella politica, il concreto e subito non esiste; forse è meglio intendere che conoscenza e coscienza si formino un po’ per volta.
Ti racconto la politica 4 (Verso i congressi)
In questo quarto capitolo inizieremo a occuparci dei criteri che si usano per piazzare gli "uomini di parrocchia" dei quali abbiamo detto nel capitolo precedente. La questione è articolata, ma cercheremo di descriverla in modo chiaro e come accennato sopra, un po' per volta. Richiamiamo adesso alla nostra attenzione il termine “congresso” e cerchiamo di capire, anche con un pizzico d’umiltà, che è difficile avere cognizione delle mille recondite sfaccettature del suo significato, salvo che non si sia stati dei precisi addetti ai lavori. Cos'è un congresso di partito? Perché si fa? Come si fa? Chi lo fa? Quali compiti ha? Quali poteri, segreti e codici racchiude?
I partiti politici sono molto gelosi delle loro attività dietro le quinte e i congressi sono, per così dire, una delle quinte più possenti di cui dispongono. Atto esteriore o sostanziale che sia, in democrazia si deve votare e nei congressi si vota. Ciascuno si farà personale carico di valutare se viviamo in una democrazia vera o finta, ma in entrambi i casi, vi sono presupposti che non possono essere soppressi. Nessuna democrazia infatti, può cancellare l’istituto del voto, dunque, un’eventuale democrazia finta cercherà in tutti i modi di controllarlo. Qualcuno vorrà fare fatica a crederlo, ma i congressi sono genesi di un mare di espedienti e per certi aspetti, contano perfino più delle elezioni pubbliche. Stiamo iniziando a descrivere gli intrighi in cui essi si avvinghiano e giacché sono abitudini comuni, svolgeremo una sorta di cronaca in diretta di un congresso tipo.
C’è chi ama pensare che informazioni del genere siano poco rilevanti, ma certa politica si fa forte anche della superficialità popolare. Si tratta di metodi discutibili che hanno creato un grave distacco tra popolo e politica, ma accade perfino che detto distacco sia voluto. Piaccia o no, la politica è nel piatto in cui mangi e nel letto in cui dormi e non è raro che s’interessi a te, ottenendo che tu non t’interessi a lei. Intimamente intesi da pochi addetti ai lavori, i congressi delineano la base della nostra democrazia; è opportuno che la gente ne sappia un po' di più. Ora, una domanda nasce spontanea; se i congressi dei partiti politici sono “pilotabili”, è pilotabile anche la democrazia? P.S. La prossima puntata s’intitola “Il tesseramento”, ciao e a presto!
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:20