Marx con il plusvalore e Freud con l’inconscio hanno costruito delle pseudo-scienze su due capisaldi inesistenti, su puri nomi, che non definiscono fenomeni reali, ma indicano entità immaginarie, come pietra filosofale e strega. Marx ha causato la rovina d’intere popolazioni e nazioni. In suo nome sono stati perpetrati i più vasti e crudeli stermini della storia. Freud non ha curato un solo malato. Neppure se stesso. Il medico austriaco ha preteso di scoprire le leggi dell’anima, quanto il filosofo tedesco le leggi della storia. Entrambi segnano il tramonto della ragione e del bene che Socrate aveva innalzato allo zenit, e rappresentano un apice di tracotanza intellettuale e di pseudo sapere senza sapienza: gli antipodi del grande ateniese.
La loro influenza sull’umanità, che dura tuttora, è stata enorme, come provano i disastri combinati. Tutti e due dovettero rifugiarsi in Britannia, la patria della libertà che con i loro libri hanno cercato di distruggere. Milioni d’individui, uomini semplici e intellettuali maiuscoli, hanno attinto al loro pensiero non come ad opere letterarie, ma come a bibbie profane. Per quanto non manchino certe affinità e certi legami tra marxismo e psicanalisi, come tra essi e certe credenze religiose, nondimeno siamo debitori alla forte presenza del Cattolicesimo se le devastanti ricette dei due pensatori non hanno prodotto tutti i danni potenziali. La Chiesa cattolica salvò l’Italia dal comunismo. La confessione cattolica salva gl’Italiani dalla psicanalisi, e pure gratis.
Mi obietterete: “Son cose risapute; roba passata.” Mica tanto. Imperversa nell’editoria, sui giornali, in televisione, un numero impressionante di marxisti inconsci e di freudiani inconsapevoli, che devastano le menti tenere degli sprovveduti, intimoriti da cotali nomi altisonanti che rimbombano come tuoni lontani e minacciosi. I cosiddetti esperti della materia, gli studiosi di questi profeti delle strutture materiali e spirituali dell’umanità, brandiscono le romanzesche teorie di Karl e Sigmund come un “ipse dixit”. Anche se, subdolamente, hanno talvolta abbandonato il vocabolario specifico di Marx e Freud, continuano a spacciarne i concetti per oro colato. Un uomo nuovo e una società nuova sono il fine della stessa teoria della liberazione dai vincoli economici e morali.
Il capitalismo è il Cerbero che protegge l’inferno della proprietà. L’inconscio è il paradiso che la psicanalisi disvela. Assistendo a certi “spettacoli parlati” appare chiaro che la destra è talvolta più marxista della sinistra e che il politicamente corretto è figlio di uno psicologismo che, legittimando ogni pulsione, annulla o scolora l’etica della responsabilità.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:32