“Evadere le tasse è chiaramente di destra”. Lo ha detto l’ex ministro Vincenzo Visco, che ha poi aggiunto, “perché le tasse servono a finanziare i servizi pubblici e su questi temi la sinistra è più sensibile”.
La carriera del professor Visco non è che fino a ieri fosse costellata di trovate particolarmente intelligenti, ma che arrivasse a dire una cretinata così grossa non era veramente ipotizzabile. La circostanza che più spaventa è la sicumera con cui proferisce verbo, tipica di chi non ha dubbi e si esprime con la boria del comunista di vecchia scuola che, come dice qualcuno, lo riconosci perché ha l’irrefrenabile abitudine di volerti insegnare le cose. Certo, la tragica fatalità ha voluto che Visco dicesse queste castronerie proprio nel momento in cui, con la Lista Falciani e con la vicenda di Gino Paoli, la sinistra non sta certamente dando uno spettacolo bellissimo di sé ma è altrettanto vero che, sfortuna a parte, ciò non sia ovviamente imputabile all’ex ministro tassatore anche se ne falsifica platealmente le tesi.
I recenti infortuni finanziari infatti, per dirla come Renato Farina, rendono l’evasione di destra (forse) ma gli evasori sicuramente di sinistra (anche). Ma torniamo all’affermazione di Visco e ragioniamo per assurdo seguendo la logica di questo naturale candidato al Nobel per l’economia: l’evasione fiscale è di destra e la spesa pubblica sociale è di sinistra. Piacerebbe anzitutto sapere da Visco se l’Italia sia stata rovinata più dalla spesa pubblica improduttiva (mascherata da spesa sociale) che dall’evasione fiscale. Noi, a differenza sua, qualche dubbio ce lo abbiamo e crediamo anche che, tra evasione e spreco di denaro pubblico, ci sia un legame così stretto da renderli fenomeni che vanno talmente a braccetto da azzerare le differenze infantili ed ideologiche tratteggiate dal professore.
Ciò che le unisce si chiama pressione fiscale: l’eccessiva spesa pubblica genera pressione fiscale e la pressione fiscale eccessiva genera evasione. Il mondo non è quindi diviso in balordi evasori di destra e sensibiloni di sinistra che badano alla collettività. Dietro al sostegno statale finalizzato alla presunta inclusione sociale ed alla altrettanto presunta valorizzazione culturale si nascondono episodi di malcostume di cui sono pieni i rotocalchi, non risparmiando proprio nessuno. Qualche esempio? Vorremmo sommessamente chiedere al professore, se sia di sinistra anche la spesa pubblica per gli affitti “sociali” di favore fatti col patrimonio pubblico di cui anche di recente sono piene le cronache nere e che generalmente va sotto il nome di “affittopoli” (non risparmiando certo la sinistra).
Vorremmo chiedere se i contributi elargiti alle case di produzione cinematografica appartenenti ai soliti noti, dati apparentemente per valorizzare il patrimonio culturale ed artistico italiano, siano spesa sociale fatta da politici sensibili all’arte o prebende per “amici di” e “mariti di”. Vorremmo chiedere al professore se sia servizio pubblico (cui la sinistra è sensibile) anche il business dell’accoglienza dei rifugiati meglio noto come “Mafia Capitale”. Beh sì, in effetti una certa sensibilità (trasversale) esiste e Visco ne sarà certamente informato.
Favella significa che l’evasione sarà anche di destra, ma lo spreco di denaro pubblico mascherato da spesa sociale non può che essere di sinistra per ammissione dello stesso Visco. Quindi se la spesa pubblica fuori controllo genera alta pressione fiscale e se l’alta pressione fiscale genera evasione, hai visto mai che, essendo l’evasione di destra e la spesa pubblica di sinistra, in ultima istanza, l’evasione non sia di sinistra per la proprietà transitiva?
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:33