C’è voglia di destra in Italia, ma non di quella parruccona nata nelle segrete stanze piuttosto che ad opera dei soliti vecchi scarponi che non hanno lasciato un bel ricordo di sé. Il vuoto va colmato ma il rimedio rischia di essere peggiore del male e di affossare definitivamente un’area politica che in Italia è in perfetta controtendenza rispetto a buona parte del mondo civilizzato. È per questo che martedì 3 dicembre i movimenti di base appartenenti all’arcipelago della destra hanno deciso di incontrarsi e cominciare a discutere di federazione, di programmi, di territorio, di network e di strutture organizzative pensate in modo tale da consentire ai gruppi piccoli ma radicati di avere un loro peso politico.
Si tratta (per ora) di Primavera Nazionale, di Riva Destra e di una serie di contenitori nati sul web (tra tutti La Destra 2.0, Energia Plurale, ecc.) con sullo sfondo una serie di dialoghi già avviati con alcuni gruppi attivi nel nord Italia. Partitini di illusi? Spontaneismo dilettantesco ed estremista? Chi pensa una cosa del genere è fuori strada perché si tratta soltanto (si fa per dire) di gente giovane ma navigata che non ci sta a metterci la faccia in operazioni nostalgia buone solo per tentare di dare un calcio alla crisi di poltrone che a destra comincia a farsi sentire con annesso esubero di “personale politico” in cerca di grottesche collocazioni.
C’è nervosismo in quest’area politica ed un gran fermento che portano più d’uno a fare passi azzardati trasmigrando a volte nel partitino di Alfano, a volte nella costituenda Alleanza Nazionale, passando per le varie officine e disperazioni simili. Operazioni che si intrecciano con i fatti di più stretta attualità (la morte del Porcellum), ma anche con i pasticciacci brutti della Fondazione Alleanza Nazionale con annessi strascichi giudiziari che sbattono in faccia a più di un ex colonnello di An la prova provata che si sta tentando di resuscitare un partito (An) che a livello elettorale ha rappresentato il momento più alto mentre a livello politico e morale è forse il simbolo del frangente peggiore della destra italiana.
Fabrizio Santori (Consigliere regionale del Lazio) e Fabio Sabbatani Schiuma (anima della storica Riva Destra) hanno invece convocato un’assemblea tutt’altro che nervosa ed hanno parlato di cose rivoluzionarie (di questi tempi) come valori, programmi, difesa dei cittadini, significato del termine destra in chiave moderna. Consigliamo ai lettori di osservare con curiosità questo fenomeno ed ai politicanti tromboni di evitare risatine perché siamo pronti a scommettere che, prima o poi, a destra ci sarà una qualche slavina: da una parte i vecchi apparati e dall’altra i movimenti che vivono tra la gente, cioè i voti. Potrebbero piovere pernacchie.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:53