Governo Monti in leggera ripresa, nell'ultimo sondaggio realizzato da Spincon.it per L'Opinione. Il job approval dell'esecutivo resta ben al di sotto del livello di guardia, ma sembra almeno aver invertito quel vistoso trend al ribasso che ne aveva caratterizzato le performance delle ultime settimane.
Negli ultimi sette giorni, Monti ha visto crescere il suo job approval dello 0,7%, passando dal 35,9% al 36,6%. Mentre il differenziale tra chi esprime un giudizio "molto positivo" (6,1%) e chi ne esprime uno "molto negativo" (30,9%) - quello che il sondaggista statunitense Scott Rasmussen definisce "approval index" - sale dal -25,8% al -24,8% (+1,0%). Scomponendo il risultato in base all'orientamento di voto, questo lievissimo miglioramento del job approval è soprattutto merito dell'elettorato di centrodestra (17,5; +1,7% rispetto alla scorsa settimana), mentre il giudizio degli elettori del centrosinistra (58,3%; -0,1%) e del Terzo Polo (45,5%; -0,3%) rimane sostanzialmente invariato.
Questo quasi impercettibile mutamento del trend assume contorni più netti prendendo in considerazione il giudizio degli elettori nei confronti del governo nel suo complesso. Rispetto alla scorsa settimana, Spincon.it registra una crescita del job approval dell'1,8% (dal 33,1% al 34,9%). Con un "approval index" che passa dal -31,0% al -30,1% (+0,9%). Anche in questo caso, il "traino" è rappresentato dagli elettori di centrodestra (+3,8%), ma crescono i giudizi positivi anche da parte dell'elettorato centrista (+3,3%), mentre il dato del centrosinistra è stabile (-0,2%).
Passando dal giudizio su governo e premier alle intenzioni di voto, il sondaggio di Spincon.it disegna, anche questa settimana, uno scenario estremamente frammentato con variazioni anche consistenti rispetto a sette giorni fa. Tra i partiti del quadro politico italiano, salta immediatamente all'occhio l'avanzata impetuosa del Movimento 5 Stelle, che guadagna l'1,6% passando dal 12,1% al 13,7%. Dalla fine di marzo ad oggi, il movimento ideato (e guidato?) da Beppe Grillo ha guadagnato l'8,7%, quasi triplicando i propri "consensi virtuali". Sullo sfondo di questa crescita costante, si staglia nettamente il crollo verticale del Pdl. Rispetto alla scorsa settimana, il Popolo della Libertà perde l'1,5%, passando dal 20,3% al 18,8%. In questo caso, dalla fine di marzo, il calo è del 4,8%. Mentre rispetto ai risultati delle elezioni politiche del 2008, il partito fondato da Silvio Berlusconi perderebbe il 18,6%, praticamente dimezzando i propri voti. Un tracollo davvero impressionante, soprattutto considerando la tradizionale cristallizzazione degli orientamenti politici italiani.
Le cose vanno meglio, anche se a macchia di leopardo, tra i partiti di centrosinistra. Il Pd passa dal 25,6% al 26,1%, guadagnando mezzo punto percentuale. E cresce anche Sinistra Ecologia Libertà, che recupera lo 0,3% salendo dal 5,5% al 3,8%. Soffre invece l'Italia dei Valori, il partito più colpito - a sinistra - dall'esodo verso M5S. La formazione di Antonio Di Pietro perde lo 0,2% e scende un decimale al di sotto della soglia psicologica (e non solo) del 4%. In leggero calo anche i Verdi, al 2,2% (-0,3%). Mentre guadagna qualcosa (+0,3%) il Partito socialista, che si attesta allo 0,7%.
Chiudiamo con i due partiti che, insieme al Movimento 5 Stelle, ci sembrano di più difficile collocazione in uno scenario "tripolare" di coalizioni. I Radicali italiani perdono lo 0,2% ma portano comunque a casa un discreto (almeno rispetto ai risultati ottenuti nei sondaggi di altri istituti) 2,6%. In leggero calo anche la Federazione delle sinistre, l'alleanza tra Rifondazione comunista e Comunisti italiani, che scende dal 2,1% all'1,9% (-0,2%).
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:51