La "rivolta dei sindaci contro Equitalia" non garba ai vertici di Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ed Inps, Antonio Mastrapasqua. Secondo insistenti voci dell'Economia, starebbero armando una crociata istituzionale per sconfiggere l'anarchia nella riscossione dei tributi.
A Roma non garba che i Comuni riscuotano per proprio conto le cartelle esattoriali, senza gravarle di more e interessi usurai (metodo Equitalia): sottraggono risorse al braccio operativo dell'Agenzia delle Entrate (leggasi Equitalia). Pare che i gestori romani delle risorse pubbliche stiano redigendo una velenosissima lettera contro i sindaci da porre all'attenzione del Quirinale. Dobbiamo attenderci una crociata romana contro i protestanti valligiani?
La disubbidienza contro Equitalia è iniziata a Calalzo di Cadore, sulle montagne Bellunesi, dove sei comuni sulle rive del Piave hanno disatteso la direttiva romana sull'uso del braccio operativo delle Entrate per riscuotere le cartelle esattoriali. All'iniziativa si sono subito uniti vari comuni del Sassarese, che hanno recepito parte delle istanze di Forconi sardi e movimento dei pastori. La protesta non è sfuggita ad Attilio Befera, che ha subito quantificato le mancate entrate in provvigioni, interessi e more. Un danno per Equitalia che s'allarga ogni giorno di più, e Befera starebbe tramando, con i giusti binari parlamentari, per attrezzare una legge che impedisca la riscossione casereccia.
Luca De Carlo, sindaco di Calalzo di Cadore, comune capofila della protesta, ha già detto che continuerà sul binario della riscossione diretta, e non rispetterà l'imposizione romana di Equitalia. De Carlo, utilizzando il decreto legislativo 446 del 1997 e alla legge 338 del 2000, ha sottratto all'agenzia statale la riscossione dei tasse ordinarie come i rifiuti, affidandola alla Comunità montana. Poi è stata la volta dalla "riscossione coattiva dei crediti insoluti", dei prelievi coattivi dallo stipendio e dal conto corrente, del pignoramento di beni mobili o della casa di proprietà. De Carlo ha bloccato ogni esecuzione, permettendo alle famiglie di rientrare con piccole rate senza interessi. Ma contro i sindaci ribelli si sono schierati alcuni dirigenti Equitalia segnalati alle procure per un lampante "conflitto di interesse": i funzionari Equitalia avrebbero intestato alle mogli delle agenzie immobiliari, quindi avrebbero acquistato le case messe all'asta a seguito di mirate "cartelle pazze". Si rischiava il linciaggio di esattori e pubblici funzionari. Così Santo Stefano di Cadore, Perarolo, Domegge ed una miriade di Comunità montane alpine hanno messo alla porta Equitalia.
Il caso di Calalzo di Cadore ha dimostrato che "senza Equitalia si risparmia", ed il comune ha pure registrato eccedenze che utilizza in bonus bebè da 300 euro, bonus libri da 150 euro e contributi al trasporto locale. Anche il sindaco di Morazzone, Matteo Bianchi, ha messo alla porta Equitalia, ricalcando la strada percorsa da Calalzo di Cadore. Befera, prima che la rivolta s'estenda a tutto lo Stivale, già studia la contromisura, e non si escludono interventi governativi.
Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:55