Come gli stormi nel cielo: la nostra materia umana energizzata

Gli stormi degli uccelli nel cielo – come i banchi di pesci nel mare – quando danzano tutti insieme, con accelerazioni, compiendo voli e movimenti di tipo tridimensionale, fanno gli stessi identici movimenti dell’energia vitale nel nostro corpo. La natura è frattale – dal piccolo al grande (e viceversa) è tutto uguale – non c’è niente di nuovo che si veda o a cui si assista che sia diverso da quello che avviene dentro ai nostri organismi viventi. Se si osservano i movimenti e le figure straordinarie che disegnano nel cielo gli uccelli – o nell’acqua i pesci – si comprende quanto e come siano rutilanti. Si tratta di voli con accelerate, una sorta di fremiti o brividi orgiastici di cui l’energia, l'essenza – prodotta e ricevuta – è la protagonista. Tra la vita e la non vita c’è, come è evidente, differenza. Ma tra il vivente e il non vivente, qual è la differenza? L’organismo vivente prende energia dal sole, dal cibo, da ogni sorgente disponibile, assorbendola in forma di calore. Questa energia può essere trasformata integralmente in lavoro. La trasformazione è possibile, sulla base delle leggi della termodinamica, soltanto se è accompagnata da emissione di energia all’esterno. Tale è il movimento dell’energia interno-esterno-interno.

Si deve pensare alle molecole come oggetti intrinsecamente fluttuanti capaci di scambiare energia con il vuoto che, nella fisica quantistica, non è il nulla, ma è lo stato di minima energia del sistema, cioè lo stato in cui il sistema non ha altra energia che quella connessa con le fluttuazioni spontanee. Le fluttuazioni delle particelle si sintonizzano tra loro, dando luogo a un’oscillazione collettiva che forma un corpo macroscopico fondato non sulla forza ma sul legame risonante tra le molecole (noi lo chiamiamo “amore”). In pratica, quando un insieme di un gran numero di molecole raggiunge una densità tale che eccede una determinata soglia critica e una determinata temperatura, ecco che quell’insieme diventa un sistema coerente, vale a dire in cui le molecole oscillano collettivamente all’unisono. Il passaggio dallo stato non coerente allo stato coerente necessita di un rilascio di energia. La creazione di uno stato coerente implica perciò un risparmio di energia in cui tutte le molecole si muovono all’unisono. I movimenti superflui sono eliminati e l’energia è tutta concentrata sul grado di libertà corrispondente alla oscillazione collettiva.

Per capire bene cosa sia uno stato coerente o non coerente, basti pensare allo stato non coerente come una folla e lo stato coerente come un corpo di ballo. Come i ballerini richiedono una musica per potere danzare, così lo stato coerente contiene intrappolato al proprio interno un campo elettromagnetico oscillante con la stessa frequenza – numero di oscillazioni al secondo – dell’insieme delle molecole. Un insieme coerente non è cioè solo un insieme di molecole ma ha – quale “ingrediente” fondamentale – un campo elettromagnetico risonante con la materia. Tale e quale a quello che succede negli stormi di uccelli quando disegnano nel cielo quelle forme mirabolanti. È l’immagine materiale esatta della nostra energia vitale. I singoli uccelli dentro gli stormi non possono non provare un brivido e un piacere intenso nel farlo. Ed ecco che la fisica quantistica spiega che in una risonanza, proprio come nell’orgasmo umano, l’oscillazione dell’uno è simultaneamente causa e conseguenza dell’oscillazione dell’altro facendo così venire meno l’individualità dei due organismi, così in uno stato coerente l’individualità delle molecole componenti, come pure quella del campo elettromagnetico, viene meno dando luogo a una entità unitaria che, già nel 1892, il botanico tedesco Julius Sachs aveva battezzato con il termine “energide”, cioè materia energizzata.

Quando la materia si trova in uno stato coerente, essa dà luogo a una pluralità di aggregati denominati “domini di coerenza” la cui dimensione corrisponde alla lunghezza d’onda del campo elettromagnetico intrappolato, la quale a sua volta dipende dalla differenza di energia tra le configurazioni coinvolte nella oscillazione coerente. Il premio Nobel per la medicina del 1937, il biochimico ungherese – naturalizzato statunitense – Albert Szent-Györgyi riconosceva che non si riuscisse a comprendere la differenza tra esseri viventi e corpi non animati perché non si era presa in considerazione l’acqua, o non vi si era mai pensato. Da qui, l’elaborazione della teoria dell’acqua, delineata dalla teoria quantistica dei campi. L’acqua biologica è organizzata, è come una sorta di gel, e nelle vicinanze delle superfici biologiche è capace di indurre un’eccitazione elettronica duratura delle differenti specie molecolari presenti, rendendo così possibile la loro attivazione e attrazione selettiva mutua. È l’acqua, con le sue oscillazioni collettive, a produrre i campi elettromagnetici i quali, con le loro frequenze di oscillazione, chiamano in causa al momento giusto le molecole reagenti. Queste danno luogo ai codici biochimici e, nello stesso tempo, assorbono l’energia prodotta dalle reazioni chimiche dando luogo al mutamento delle frequenze di oscillazione e quindi all’evoluzione nel tempo dell’organismo biologico. L’insieme dipendente dal tempo delle frequenze di oscillazione della materia vivente (cioè molecole più campo elettromagnetico) rappresenta la storia biochimica dell’organismo.

Però, considerato in sé stesso, questo stesso insieme di frequenze è un messaggio, una musica, un logos, una psiche. Le fluttuazioni quantistiche ordinano la materia che viene alla fine messa in grado di produrre una psiche. La psiche emerge dalla materia, ovvero la conseguenza dei processi biochimici che non avvengono a caso ma obbediscono a codici che sono la conseguenza del dialogo tra la materia e l’ambiente. Risuonare con la più ampia parte possibile di universo è l’aspetto fondamentale della dinamica del vivente, la ricerca dell’altro da sé. Gli organismi devono risuonare tra loro.

Aggiornato il 05 aprile 2024 alle ore 13:58