Robot, la sfida delle emozioni

Sulla rivista Science Robotics è stato pubblicato un articolo che ha acceso un nuovo dibattito sui robot capaci di provare emozioni. Lo ha scritto Robin Murphy, dell’Università A&M del Texas, docente esperta di interazione uomo-macchina. Secondo la studiosa, in futuro i robot potranno provare sentimenti quali il rimorso e il rimpianto. A ispirare la riflessione è il recente romanzo di fantascienza Sea of Rust di Robert Cargill, punto di partenza della ricercatrice per sottolineare alcuni dei pericoli insiti nelle emozioni espresse dai robot, in particolare il rischio manipolazione degli umani. Andrea Bertolini, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, giurista esperto di robotica e interazione uomo-macchina, ha detto all’Ansa che le emozioni dei robot saranno simulate. “I robot non possono avere cognizione di cosa sia la gioia o la tristezza. Le emozioni simulate nei cosiddetti agenti artificiali, le macchine, sono sempre più studiate e utilizzate per semplificare la loro accettazione da parte degli umani, fino ad arrivare a usi manipolatori. Nel breve articolo pubblicato su Science Robotics si prende spunto dal racconto di Sea of Rust in cui si narra di una ribellione dei robot nei confronti dell’uomo che si conclude con il totale annientamento dell’umanità”.

Per Bertolini, “i robot rimasti soli si trovano a vivere in un mondo di violenze tra macchine e a convivere con quelli che possono in qualche modo essere definiti sensi di colpa e rimpianto per alcune delle scelte fatte, anche se in spesso in termini non umani. Il robot protagonista, ad esempio, rimpiange di aver ucciso gli umani in modi forse troppo cruenti, crucciandosi di non avere adottato scelte di eliminazione più efficaci. Il testo è un punto di partenza per riflettere sull’uso delle emozioni nei robot, in particolare del rimorso, in cui si sottolinea quanto sarà importante nel futuro calibrare l’implementazione delle emozioni. Ma siamo ovviamente lontanissimi dalla realtà”.

Secondo Bertolini, “avere macchine capaci di provare emozioni – ha aggiunto – presuppone aspetti come la coscienza di sé. Se fosse così, vorrebbe dire che avremmo inventato luna forma di vita artificiale, ossia degli esseri viventi ma in realtà si tratta solo di macchine di utilità”. Un pericolo molto più concreto, ha aggiunto Bertolini, sono invece gli attuali usi manipolatori che si fanno delle emozioni: “Crescono gli agenti capaci di usare la nostra propensione verso l’empatia per poi manipolarci”. Uno degli esempi è Replika, una app sempre più diffusa in nord America che permette di creare un proprio partner virtuale, capace anche di avere interazioni sentimentali o a sfondo sessuale. Esprimere rimorso, oppure saper chiedere scusa in caso di errore, potrà essere una delle emozioni su cui gli agenti virtuali potranno fare facilmente leva per istaurare una maggiore empatia con gli umani.

Aggiornato il 19 ottobre 2023 alle ore 17:53