Nuova stretta per gli Influencer italiani e la pubblicità

Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha varato il nuovo Testo unico dei servizi di media audiovisivi, alle cui regole dovranno presto attenersi anche gli influencer, che ormai prolificano anche in Italia. Trasparenza e riconoscibilità dei messaggi pubblicitari, tutela dei minori, divieto di messaggi discriminatori e di hate speech sono solo alcuni dei paletti del nuovo documento redatto dall’Agcom. Il Consiglio ha approvato all’unanimità una consultazione pubblica della durata di 60 giorni per garantire il rispetto, da parte dei content creator, delle disposizioni del regolamento, perché questi soggetti – non solo influencer ma anche streamer, creator e vlogger – “svolgono un’attività analoga o comunque assimilabile a quella dei fornitori di servizi di media audiovisivi” e quindi sono tenuti al rispetto delle stesse regole. I nuovi media hanno raggiunto ormai lo stesso impatto che quelli “regolamentati” hanno sugli utenti e sulle società del paese, perciò l’Agcom ha chiesto “maggiore trasparenza e consapevolezza nei confronti degli stakeholder e del pubblico”.

Il primo obbiettivo della consultazione sarà quello di stabilire i parametri – ricavi, contatti, engagement, quantità di contenuti messi a disposizione degli utenti – che identifichino i “grandi” influencer, ovvero quelli capaci di raggiungere il grande pubblico e quindi paragonabili alle tivù o ai servizi on demand (come i canali YouTube). Questi saranno chiamati al rispetto delle norme del Testo unico. Rientrano, tra gli obblighi previsti dal regolamento, l’iscrizione al Registro operatori della comunicazione (Roc), la disciplina in materia di opere europee e indipendenti e la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia). Non sono influenzati dalle norme del Testo i “soggetti che operano in maniera meno continuativa e strutturata, ai quali, di contro, non appare giustificata l’applicazione nella sua interezza del regime giuridico previsto per i servizi di media audiovisivi a richiesta”, spiega l’Agcom. Per le piattaforme on demand come YouTube, cambia poco: a queste già vengono applicate “le disposizioni di cui agli articoli 41 e 42 del Testo unico e i regolamenti attuativi adottati dall’Autorità”. Finiti i 60 giorni di consultazione, il Consiglio varerà delle “linee guida”, uno strumento decisamente più flessibile del regolamento, che si adatterà alla realtà sempre in cambiamento del settore.

Aggiornato il 18 luglio 2023 alle ore 15:31