“Digital Excess”, governare l’uso eccessivo della tecnologia digitale

Potrebbe apparire una contraddizione soffermarsi su temi quali l’uso eccessivo del digitale e l’abuso di tale tecnologia in questa fase storica dove tutti, proprio tutti, sono impegnati nella diffusione della digitalizzazione. L’espansione della digitalizzazione in ogni settore, per quanto sia un processo ancora lungo da completare, ha dato origine anche a nuovi termini. Per indicare una disparità nella possibilità di accesso a internet, usiamo le parole digital divide. Per distinguere la modalità di lavoro non vincolato da luogo od orari dalla forma tradizionale di prestazione lavorativa resa nella sede aziendale, ci serviamo dei termini smart working o lavoro agile. Non è stato però ancora coniato né condiviso un termine per indicare l’uso eccessivo e l’abuso delle tecnologie digitali: proporrei di chiamarlo “digital excess”. Rientra nel digital excessive use, per esempio, l’eccessivo utilizzo di internet, smartphone, social network, gaming, che possono causare disturbi da deficit di attenzione/iperattività e altre patologie. Rientra, invece, nell’excessive digital supply l’offerta di servizi digitali che non rispettano in tutto o in parte la normativa vigente.

La difficoltà maggiore sta, però, proprio nella regolamentazione e nel monitoraggio dei “digital excess”. La gran parte dei Paesi dell’Unione europea ed extra Ue sta lavorando già da diversi anni per regolamentare quanto sopra, ma non è affatto semplice. Le Nazioni unite hanno creato l’Internet governance forum per favorire il confronto e il dibattitto tra tutte le parti interessate, al fine di discutere, scambiare informazioni e condividere iniziative inerenti alla Governance di Internet. Quasi tutti i Paesi hanno cercato, nel tempo, di adeguare le leggi e i regolamenti alla realtà in continua espansione del mondo digitale, con la consapevolezza che quest’ultimo non è in contrapposizione con il mondo reale, pur non essendo “fisico”.

L’unione europea con il Digital services act (Dsa) e il Digital markets act (Dma) che comprendono un unico insieme di nuove regole applicabili in tutta l’Ue, sta cercando di creare uno spazio digitale più sicuro e più aperto, con i valori europei al centro. Dsa e Dma hanno due obiettivi principali: creare uno spazio digitale più sicuro in cui siano tutelati i diritti fondamentali di tutti gli utenti dei servizi digitali; stabilire condizioni di parità per promuovere l’innovazione, la crescita e la competitività, sia nel mercato unico europeo che a livello mondiale.

Tutte le iniziative sopra citate vanno nella giusta direzione di regolamentare, promuovere innovazione e tutelare i diritti fondamentali degli utenti dei servizi digitali. Il cammino, però, è ancora lungo perché occorre armonizzare tutte le Costituzioni, le leggi, i regolamenti e gli usi di tutti i Paesi. Per tutelare, cioè, le persone fisiche e giuridiche nel digitale, almeno con pari garanzie rispetto a quelle assicurate quando il digitale ancora non c’era. O era solo agli inizi.

(*) Socio Aidr e responsabile Osservatorio tecnologie digitali nel settore dei trasporti e della logistica

Aggiornato il 11 febbraio 2021 alle ore 12:18