Tutto è energia: cosa succede quando moriamo?

Secondo l’americano Stuart Hameroff e l’inglese Roger Penrose – premio Nobel 2020 per la Fisica – in base alla Teoria quantistica della coscienza, “le anime sono contenute all’interno di strutture chiamate microtubuli che vivono all’interno delle cellule cerebrali, i neuroni”. Con la morte, i prodotti chimici quantistici – i microtubuli – fuggirebbero dal sistema nervoso per entrare nell’universo. La coscienza è una specie di programma per contenuti quantistici nel cervello, la quale persiste nel mondo dopo la morte del corpo degli esseri umani. Le nostre anime sarebbero molto più di una semplice interazione di neuroni nel cervello: sarebbero della stessa sostanza dell’universo ed esisterebbero fin dall’inizio dei tempi. I neuroni, tramite le sinapsi, trasmettono chimicamente e tramite impulsi elettrici. I neuroni del cervello umano – anche dei mammiferi – sono in grado di produrre fotoni di luce misurabile, i cosiddetti biofotoni. Non sappiamo se i neuroni utilizzino questa luce per comunicare tra loro, di fatto non sappiamo proprio come comunichino i biofotoni. Si tratta di fasci di energia elettromagnetica tramite cui il cervello umano “comunica”, grazie ai biofotoni, sia con lo stato fisico del nostro corpo, sia con il nostro stato cosciente, cioè con la nostra coscienza. In sostanza più biofotoni – cioè luce – produciamo, più svegliamo il nostro spirito fisico e cosciente, separato o meno che sia. Il nostro cervello umano genera energia quantica.

I quanti di luce sono corpuscoli allo stesso tempo onde. Di recente è stata scoperta – febbraio 2020 – la molecola Ziapin che è in grado di entrare nei neuroni e, attivando la luce, stimolare la loro attività. In assenza di luce la molecola mantiene la cellula silente. La stimolazione dei neuroni oggi si può avere o tramite elettrodi impiantati nel cervello o attraverso l’optogenetica con cui si è in grado di modificare geneticamente le cellule nervose, o con il metodo scoperto recentemente – non invasivo – dello Ziapin. Già i mistici, i brahmani in India, con i Veda, identificavano l’essere umano come un’entità emotivo-energetica, vale a dire un campo energetico che si manifesta anche con il corpo. La materia, si ricordi, è lo 0,0001 di ciò che esiste. La “via semplice” dei mistici è la via per giungere dalla materia alla coscienza. Il funzionamento biochimico del corpo umano si basa, nei nostri sistemi biologici, sulle vibrazioni di campi elettromagnetici che regolano il funzionamento biochimico. Ció avviene con comunicazioni istantanee. Albert Einstein diceva che “tutto è energia, questo è tutto quello che esiste”. Il nostro “conscio” umano (il dieci per cento di noi) – cioè quello che si può definire come il “io voglio, penso, decido” – “funziona” e “trasmette” dentro di noi a quaranta bit di informazioni al secondo e segue il criterio che conosciamo del tempo lineare, cioè causa-effetto. La nostra “mente inconscia” (che è il novanta per cento di noi) è diversamente una sorta di vera e propria immensa “danza” dentro di noi che “funziona” a quaranta milioni (milioni) di bit al secondo e che non segue il tempo circolare a noi noto di causa-effetto ma l’entanglement, parola che in inglese significa approssimativamente “intrecciato” ma che mal traduce il fenomeno (in quanto è difficile da comprendere tanto quanto indefinibile il termine, e intraducibile) del verificarsi – velocissimo immediato ed istantaneo – della connessione e sincronicità del tutto dentro di noi. L’austriaco Carl Gustav Jung ha chiamato la mente inconscia il nostro “super conscio”. Secondo Cartesio l’anima si trovava nella ghiandola pineale, nel cervello. Oggi si sa che la ghiandola pineale trasforma gli impulsi di natura vibratoria in segnali elettrici mandando segnali all’ipotalamo e all’ipofisi e regolando così il sistema ormonale.

Oggi grazie agli studi della fisica quantistica nei sistemi biologici sappiamo, grazie ad Albert Einstein, capostipite della fisica quantistica, che la massa è legata al peso di un oggetto; qualunque oggetto ha una grandezza legata al peso; la massa può essere vista sotto forma di energia, l’energia come forma di massa. L’oggetto interagisce dentro un sistema. Il vuoto non è “vuoto”, è piuttosto assenza di materia, l’energia è data dal vuoto. Questi tre punti hanno rivoluzionato la fisica e la medicina classica giungendo a definire gli esseri umani non più come solo reazioni biochimiche, insiemi di molecole per lo più di acqua (il 99 per cento delle nostre molecole sono di acqua; noi siamo al 70 per cento fatti di acqua), ma di energia vibrazionale. L’acqua di cui siamo fatti, la cosiddetta acqua biologica, è ionizzata (informata, cosiddetta interfacciale). Essa è in uno stato vibratile, cioè risponde alle vibrazioni, ai campi elettromagnetici. Tecnicamente è come una nube di elettroni in equilibrio e costantemente soggetta a fenomeni. Dentro di noi, l’acqua non informata, cioè inerte, è solo il 20 per cento. Le vibrazioni risuonano dentro di noi: la cosiddetta coerenza quantistica. Come un diapason. L’informazione vibrante all’interno del campo elettromagnetico coerente risuona traducendo l’informazione a tutti gli elementi nello stesso momento è l’entanglement. Ogni molecola sa dove andare: cioè le reazioni chimiche sono governate dai campi elettromagnetici coerenti, in fase. I neuroni funzionano come i frattali, sono cioè immagini che si ripetono, dal più piccolo al più grande: si propagano tramite le sinapsi a tutto il sistema.

Il Dna umano si comporta come una antenna, oscilla e vibra in base ai campi elettromagnetici. Tecnicamente il Dna ha quattro basi: l’adenina, la guanina, la citosina e la timina. In maniera molto sommaria, sono le guanine a decidere quali parti del Dna si aprano per la sintesi delle proteine, avvicinandosi tra loro e creando come una cerniera, decidendo così quali geni vengano espressi e quali no. Il Dna agisce in base ad un alfabeto preciso e determinato, risponde ad un linguaggio o meglio ad una semantica. Esso interagisce con il vuoto creando corridoi del tempo – i ponti di Einstein – vale a dire corridoi di comunicazione tra universi paralleli. Il Dna è anch’esso fonte di campi elettromagnetici, e crea corridoi-cunicoli spazio-temporali. I campi elettromagnetici viaggiano alla velocità della luce: 300mila chilometri al secondo. È nell’acqua biologica che viene generato il campo elettromagnetico il quale determina i movimenti e le reazioni biochimiche nei nostri corpi. È stato il biologo e biochimico Albert Szent Gyorgyi, che per questo ricevette il Nobel, ad avere scoperto nel 1937 che è l’acqua biologica, informata, che determina le reazioni tra le molecole; dentro l’acqua è un “direttore d’orchestra”. L’acqua genera cioè campi elettromagnetici, essa oscilla, vive e vibra facendo così incontrare le molecole che oscillano alla stessa frequenza. La reazione biochimica produce energia e l’acqua biologica, oscillando, rende possibili altre reazioni chimiche.

L’energia è quindi massa concentrata, ed è un miliardo di volte superiore a questa. Noi esseri umani siamo “risuonanti”. La nostra acqua è elettrica, i nostri organi funzionano ad elettromagnetismo: ad esempio, con l’elettrocardiogramma si “vede” la corrente, la corrente del cuore, se ne misura la frequenza, se ne contano i picchi. La circolazione della corrente crea campi elettromagnetici. Il nostro cervello emette corrente, tutti i nostri organi emettono corrente, fotoni, luce. La vibrazione crea la forma, la stessa frequenza ne modifica la forma. Il nostro stesso pensiero è vibrazione ed ha una propria frequenza. L’informazione vibra e dà la forma dell’acqua ad esempio, da cui i cristalli dell’acqua individuati e fotografati dal giapponese Masaru Emoto, a meno venticinque gradi centigradi. Si tratta di forme armoniche ed armoniose meravigliose in cui l’acqua cristallizzata si sagoma, a differenza della forma caotica e disorganizzata, disarmonica, dell’acqua disordinata e non informata, o informata negativamente.

Bisogna concentrare gli studi sul principio che rende attiva la materia. Cosa abbiamo noi esseri umani da vivi, che viene meno quando siamo morti? Cosa è che ci rende vivi? Cosa viene a mancare o comunque non c’è o non funziona più quando siamo morti? Tutto è energia, hanno lasciato detto ai posteri Nikola Tesla ed Albert Einstein. Bisogna concentrarsi e studiare l’energia, i campi elettromagnetici, la luce. Bisogna concentrarsi sull’indagine e lo studio del principio che rende attiva la materia, cioè sull’unità tra materia e coscienza. Sulla energia che è ambedue, materia e coscienza. Questi studi apriranno all’umanità da subito la via all’azione terapeutica a carattere psichico. Se cioè si introducono le oscillazioni coerenti dell’acqua corrispondenti alle nostre emozioni, queste produrranno le oscillazioni che daranno luogo alle attrazioni chimiche molecolari corrette, così si potranno guarire le malattie con fenomeni emotivi, che danno luogo all’apparizione delle oscillazioni corrette. La cura di patologie e malattie sarà solo il primo passo verso la straordinaria ed inimmaginabile rivoluzione scientifica – umana – che ci attende.

Aggiornato il 13 novembre 2020 alle ore 13:30