Digitale e smart working, esperti a confronto

“Smart working, a che punto siamo nelle aziende e nella PA?” è il tema del convegno che si terrà mercoledì 5 dicembre, a Roma, con inizio alle ore 17, presso la Biblioteca della Camera dei deputati (Sala del Refettorio) in via del Seminario, 76.

L’incontro, promosso dall’associazione Italian Digital Revolution in collaborazione con la Macchioni Communications, si propone di analizzare le tendenze emergenti nel mondo del lavoro con un focus sullo smart working e sui vantaggi economico-sociali che possono essere colti sia dalla pubblica amministrazione che dalle aziende private. La sua attivazione infatti porta a una maggiore flessibilità e autonomia e all’ottimizzazione degli spazi utilizzati dimostrando l’efficacia della rivoluzione digitale e dell’utilizzo delle infrastrutture Ict. Basti pensare, ad esempio, al fatto che in Italia, secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano che ha esaminato la normativa sull’argomento, i lavoratori cosiddetti “agili” sono in costante aumento. Grazie soprattutto al boom verificatosi tra le grandi imprese.

“Nel 2018 gli smart worker – si legge nella ricerca – sono ormai 480mila, in crescita del 20%, e si ritengono più soddisfatti dei lavoratori tradizionali sia per l’organizzazione del lavoro (39% contro il 18%) che nelle relazioni con colleghi e superiori (40% contro il 23%)”. Più di una grande azienda su due (il 56% del campione) ha avviato progetti di smart working, promuovendo anche la responsabilizzazione sui risultati.

Tra le piccole e medie imprese invece lo smart working risulta stabile rispetto al 2017: l’8% ha progetti strutturati e il 16% informali. Ed è ancora alto il numero di realtà disinteressate all’introduzione di questo nuovo modo di lavorare (38%). Mentre la Pubblica amministrazione sta muovendo i primi passi avanti con l’8% degli enti pubblici che ha avviato progetti in tal senso, con una crescita del 5% rispetto a un anno fa. Ma la maggioranza è ancora ferma al palo: nel 36% delle PA lo smart working è assente.

“Si tratta di un modello lavorativo che sta diventando sempre più centrale – afferma Sergio Alberto Codella (nella foto), avvocato e segretario generale dell’Aidr – e a circa un anno e mezzo dall’entrata in vigore della legge che ne ha offerto una disciplina normativa appare opportuno far sedere allo stesso tavolo rappresentanti del mondo del lavoro ‘pubblico’ e ‘privato’ per consentire una comparazione dialettica delle analisi e delle esperienze, per capire dove siamo arrivati e soprattutto per individuare gli obiettivi da raggiungere e per garantire le opportunità che questa modalità basata principalmente sulla fiducia può offrire a tutti”.

Al dibattito, moderato dalla giornalista del Tg2 Maria Antonietta Spadorcia, dopo i saluti del presidente dell’Aidr, Mauro Nicastri dell’Agid, interverranno tra gli altri Maria Barilà, capo dipartimento del ministero della Pubblica amministrazione; Flavio Siniscalchi, direttore generale dell’Ufficio risorse umane e strumentali della Protezione civile; Cristiana Luciani, funzionario dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali; Daniele Eleodori, direttore risorse umane della Fondazione Telethon; Giovanna Bellezza, responsabile delle relazioni industriali della Tim; Filippo Busceti, direttore risorse umane Ferrero; Guelfo Tagliavini, Presidente Tesav S.r.l.; Sergio Alberto Codella, avvocato giuslavorista e segretario generale dell’Aidr; Gennaro Petrone, presidente della commissione sindacale dell’Ordine dei commercialisti di Roma e tesoriere dell’Aidr. Chiuderà i lavori il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon.

Aggiornato il 03 dicembre 2018 alle ore 12:30