
Le relazioni commerciali tra Alaska e Canada, storicamente solide e di successo, sono minacciate delle politiche tariffarie lanciate dal presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump. Un gruppo di deputati e senatori repubblicani dell’Alaska ha espresso una netta opposizione a queste misure, ritenendo che stiano danneggiando una delle più importanti e fruttuose alleanze commerciali internazionali. Le risoluzioni parlamentari numero 9 e numero 11, presentate congiuntamente dalla senatrice Cathy Giessel e dalla deputata Chuck Kopp, entrambe repubblicane, criticano aspramente i dazi imposti da Trump, sottolineando che le politiche commerciali dovrebbero puntare a rafforzare e non indebolire i legami tra i due Paesi. Giessel e Kopp hanno messo in evidenza come le relazioni economiche tra Alaska e Canada siano fondamentali per il benessere di entrambe le nazioni e per la tutela di migliaia di posti di lavoro.
Secondo i dati del Consolato del Canada in Alaska, nel 2023 le esportazioni dall’Alaska verso il Canada hanno raggiunto i 600 milioni di dollari, con un ampio 59 per cento rappresentato da minerali e materie prime. Al contempo, nel 2023 sono stati esportati più di 750 milioni di dollari di merce canadese negli Stati Uniti, in particolare prodotti lavorati del petrolio. Questi scambi non solo rafforzano le economie dei due Paesi, ma anche le relazioni commerciali che sostengono oltre 20.000 posti di lavoro negli Stati Uniti, con numerose aziende canadesi che operano in Alaska e offrono occupazione a più di 4300 cittadini dell’Alaska. I rappresentanti istituzionali di Juneau, tra cui Giessel e Kopp, sono forti sostenitori dell’Accordo commerciale Canada-Usa-Messico (Cusma), ritenuto cruciale per la prosperità della regione e per la continuità dei legami economici tra le due nazioni. La senatrice Giessel, nel presentare la risoluzione al Senato degli Stati Uniti, ha ribadito che il Canada non è solo un partner commerciale fondamentale per l’Alaska, ma anche un alleato strategico. La senatrice Usa ha ricordato che in caso di attacco all’Alaska, il Canada sarebbe il primo Paese a intervenire in difesa, citando le intercettazioni congiunte degli aerei russi e cinesi avvenute l’anno scorso, che hanno coinvolto gli spazi aerei del nord del mondo.
Oltre alla crescente preoccupazione dei politici repubblicani locali, anche gli operatori economici di Juneau hanno manifestato grandi timori in merito alle misure politiche adottate dal premier della Columbia Britannica, David Eby. Il premier della Columbia Britannica ha annunciato che, a partire da aprile, introdurrà dazi sui veicoli commerciali statunitensi che attraversano la provincia per raggiungere l’Alaska. Questo provvedimento è una risposta diretta alle politiche tariffarie di Trump, che stanno infliggendo danni significativi alle relazioni commerciali transfrontaliere. L’introduzione di dazi sui veicoli commerciali da parte della Columbia Britannica potrebbe comportare disagi per il flusso di merci tra l’Alaska e il Canada, aumentando i costi per le imprese e danneggiando ulteriormente le relazioni tra i due Paesi. La misura si inserisce in un contesto di crescente tensione tra Washington e Ottawa dovuto alla guerra commerciale avviata dall’amministrazione Trump, che ha coinvolto una serie di provvedimenti tariffari su vari settori, inclusi i metalli, i prodotti agricoli e i semi-lavorati industriali.
Il futuro delle relazioni tra Alaska e Canada appare incerto. Sebbene i politici dell’Alaska, tra cui la senatrice Giessel, stiano facendo pressioni per mantenere intatti i legami commerciali e politici con il Canada, le politiche tariffarie degli Stati Uniti potrebbero portare a un ulteriore irrigidimento delle relazioni. Resta da vedere se l’amministrazione Trump riuscirà a porre fine alla spirale di misure protezionistiche e a ristabilire una cooperazione commerciale solida e vantaggiosa per entrambe le nazioni.
Aggiornato il 27 marzo 2025 alle ore 10:41