
Stéphane Séjourné immagina un’Europa indipendente dal punto di vista industriale. Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, in un’intervista Repubblica, sostiene che le terre rare siano “il punto chiave per l’Unione europea. Non averle rappresenta una minaccia esistenziale. Sono fondamentali per l’industria e per la difesa”. Secondo il commissario europeo per l’industria, l’imprenditoria, le piccole e medie imprese e il mercato unico, “non dobbiamo più dipendere da altri Paesi: né dalla Russia né dalla Cina. Senza litio, nichel o grafite non possiamo produrre batterie elettriche. Senza germanio, non possiamo produrre semiconduttori. Il mondo è cambiato rispetto a due o tre anni fa. La situazione geostrategica non è più quella di prima. Dobbiamo prenderne atto”. I tempi sono “entro 27 mesi. I nostri obiettivi sono il 10 per cento dell’estrazione, il 40 per cento della capacità di trasformazione e il 25 per cento della capacità di riciclaggio. Dobbiamo cercare di essere indipendenti per oltre il 65 per cento. In Europa abbiamo bisogno di riaprire le miniere. Non abbiamo aperto una sola miniera in Europa negli ultimi vent’anni. Noi mettiamo a disposizione due miliardi di euro” per 47 progetti “fino al 2030. I privati saranno incoraggiati a investire in questo campo. Spero che le nuove miniere si aprano rapidamente. Bisogna estrarre il prima possibile. Non possiamo perdere tempo”.
Il commissario europeo ha un obiettivo: “Produrre in Europa per l’Europa. Quindi questo è uno dei criteri. Sia per l’estrazione sia per la lavorazione. Il problema non è solo la Cina, ma anche il Gabon, il Sudafrica e altro. Per questo la Commissione europea sta proponendo anche l’acquisto congiunto. Come ha fatto per i vaccini. Serve una strategia unitaria”. Séjourné affronta anche la questione relativa al nuovo corso americano. “Gli Stati Uniti – dice – stanno pensando al loro piano, noi al nostro. Con l’Ucraina abbiamo già un accordo firmato nel 2021. È un nostro partner e il Progetto Graphite copre già il 10 per cento del nostro consumo. Poi ci potranno anche essere altre iniziative. Entro 15 mesi invece deve partire l’attività di riciclaggio e di lavorazione. Dobbiamo ricordarci che il prezzo delle materie prime è salito del 500 per cento a causa delle restrizioni all’esportazione imposte dalla Cina”. Come sottolinea Séjourné, “all’inizio delle nostre catene di fornitura più strategiche ci sono le materie prime. Sono anche indispensabili per la decarbonizzazione del nostro continente. Ma l’Europa attualmente dipende da Paesi terzi per molte delle materie prime di cui ha più bisogno. Dobbiamo aumentare la nostra produzione, diversificare la nostra fornitura esterna e fare scorte. Oggi abbiamo identificato nuovi progetti strategici che, per la prima volta, ci aiuteranno a garantire la nostra fornitura interna di materie prime. Questo è un momento fondamentale per la sovranità europea come potenza industriale”.
Aggiornato il 25 marzo 2025 alle ore 16:39