Che cosa significa davvero l’ultimo attacco di Trump agli Houthi

L’Amministrazione Usa ha un programma geopolitico più ampio, che comprende la lotta all’influenza economica della Cina, in particolare alla dipendenza di Pechino dal petrolio iraniano.

Donald Trump, nella prima settimana del suo secondo mandato, si è impegnato a designare Ansar Allah (“Partigiani di Dio”), comunemente noti come Houthi dello Yemen, come Organizzazione Terroristica Straniera (Fto). La decisione è entrata in vigore all’inizio di marzo. Qualche settimana dopo, sabato 15, il presidente Trump ha ordinato attacchi aerei e navali su larga scala contro decine di obiettivi in ​​Yemen, nelle aree controllate dal gruppo sostenuto dall’Iran

Dando il via libera al più grande bombardamento militare della seconda presidenza di Trump, gli Stati Uniti si sono prefissati di raggiungere diversi obiettivi contemporaneamente: erodere la capacità militare degli Houthi, attuare la “massima pressione” contro la capacità dell’Iran di finanziare i suoi proxy e inviare un avvertimento agli acquirenti del greggio iraniano sottoposto a sanzioni, soprattutto alla Cina.  

L’amministrazione Trump ha giustificato l’uso della forza letale contro gli Houthi come una misura necessaria per sostenere il “principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali”. Tuttavia, i calcoli di Washington vanno oltre la sicurezza marittima.

L’Amministrazione Usa ha un programma geopolitico più ampio, che include il contrasto all’influenza economica della Cina, in particolare alla dipendenza di Pechino dal greggio iraniano. Prendendo di mira gli Houthi, gli Stati Uniti non solo salvaguardano le rotte di navigazione vitali, ma esercitano anche pressioni sul commercio di petrolio tra Iran e Cina, una componente chiave della posizione strategica di Pechino nella regione.

L’azione militare degli Stati Uniti mira anche a impedire agli Houthi di  consolidare il potere a livello nazionale nel fragile processo di pace e a contrastare la loro capacità di riorganizzarsi a sostegno di una rinnovata dottrina di difesa avanzata iraniana che si basa sul finanziamento dei suoi proxy. Una campagna militare statunitense prolungata potrebbe danneggiare l’arsenale militare degli Houthi e forse decapitarne la leadership.

Ma gli Houthi controllano un’economia di guerra diversificata che consente loro di trarre profitto dal traffico illecito di merci che vanno dal carburante alle sigarette, dai  componenti a duplice uso ai materiali di armamento, riscuotendo anche proventi fiscali come se fossero uno Stato. Ciò rende il regime sanzionatorio statunitense e occidentale un pilastro fondamentale per contrastare gli Houthi, ma i loro legami sempre più stretti con i principali attori complicano l’efficacia delle sanzioni.

Gli Houthi possono contare su Cina e Russia?

Nel 2024, la Cina è stata la destinazione principale del  90 per cento delle esportazioni di greggio iraniano, evidenziando così un rafforzamento dei legami economici tra Pechino e Teheran nonostante le sanzioni statunitensi. Contribuendo a riempire le casse iraniane, la Cina aiuta il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Irgc)  dell’Iran a finanziare proxy come gli Houthi. Dall’ottobre dello scorso anno, importanti annunci del Dipartimento del Tesoro statunitense hanno rivelato legami segreti tra la Cina e gli Houthi.

L’Ofac, l’Office of Foreign Assets Control del Dipartimento del Tesoro , ha sanzionato gli operativi degli Houthi con sede sia in Yemen che in Cina per il loro ruolo nel facilitare il trasferimento di armi e componenti a duplice uso in Yemen. Ad esempio, la Safwan Al-Dubai Company of Shipping and Trade (Safwan Al-Dubai) è descritta come una società di spedizioni e logistica con sede in Yemen che mantiene una presenza in Cina, parte di un ecosistema di facciata che consente agli operativi Houthi di occultare le spedizioni di armi. A ottobre sono state sanzionate anche diverse aziende con sede in Cina per aver agevolato il trasferimento di componenti a duplice uso agli Houthi.

La rivelazione ha smascherato una misteriosa rete che collega la Cina agli Houthi, sollevando questioni cruciali per i responsabili delle politiche di sicurezza e di difesa degli Stati Uniti. Colpire gli Houthi potrebbe innescare ripercussioni più ampie, non da ultimo interrompere il flusso di petrolio iraniano verso la Cina. Sebbene sia difficile da confermare, è ipotizzabile, ed è stato  riportato, che gli Houthi possano aver ricevuto compensi finanziari o di altro tipo dalla Cina (come componenti militari di fabbricazione cinese) in cambio della garanzia di un passaggio sicuro alle navi legate alla Cina che transitano nel Mar Rosso.

Il Dipartimento del Tesoro Usa  ha di recente annunciato sanzioni al ministro del Petrolio iraniano, Mohsen Paknejad, nonché a una “rete di facilitatori di trasporto marittimo in diverse giurisdizioni che, attraverso l’occultamento e l’inganno, caricano e trasportano petrolio iraniano per venderlo ad acquirenti in Asia”. Le sanzioni colpiscono i fornitori di servizi marittimi, tra cui tre società e tre navi, che hanno facilitato le operazioni di trasferimento da nave a nave (Sts) per il commercio di petrolio iraniano al di fuori dei limiti portuali nel Sud-Est asiatico. Questo fa seguito alle sanzioni che a febbraio hanno colpito individui, entità e navi per il contrabbando di milioni di barili di petrolio iraniano, per un valore di centinaia di milioni di dollari, in gran parte destinati alla Cina.

Nell’ambito della sua politica estera di contrasto agli Stati Uniti, la Russia  avrebbe fornito agli Houthi dati satellitari per colpire le navi statunitensi nel Mar Rosso e nelle vie d’acqua adiacenti. Il legame tra Mosca e gli Houthi, cresciuto durante il conflitto di Gaza, è stato poi rivelato il 5 marzo scorso, quando l’Ofac ha sanzionato sette leader Houthi per aver introdotto furtivamente oggetti di tipo militare e sistemi d’arma e negoziato l’acquisto di armi dalla Russia per gli Houthi, nonché un agente affiliato agli Houthi che potrebbe aver reclutato centinaia di civili yemeniti per combattere in prima linea in Ucraina per conto della Russia. Con Putin ora concentrato sui termini del cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti in Ucraina, Mosca sarà meno incline a sostenere gli Houthi, essendo uno strumento di leva pragmatico piuttosto che una strategia a lungo termine.

Il 14 marzo, si è tenuto a Pechino un  incontro trilaterale tra Russia, Iran e Cina per discutere, tra le altre questioni, del programma nucleare iraniano. I diplomatici presenti hanno “evidenziato la necessità di porre fine a tutte le sanzioni unilaterali illegittime”. Con la Cina che trae profitto dalla violazione delle sanzioni e dall’acquisto di petrolio iraniano a basso costo, la logica è chiara. Ma questa è solo una dimensione della relazione. Per Pechino è importante preservare i legami con Teheran, che le consentiranno di esercitare influenza o di rovinare i futuri colloqui tra Stati Uniti e Iran e un possibile accordo nucleare.

A metà marzo, i tre Paesi hanno condotto nel Golfo di Oman esercitazioni navali congiunte denominate “Maritime Security Belt 2025”. È probabile che le tensioni geopolitiche nelle vie d’acqua strategiche del Medio Oriente aumentino nei prossimi anni, sullo sfondo delle tensioni irrisolte tra Stati Uniti e Iran.

Un asse in evoluzione?

Gli Houthi hanno dimostrato di essere una risorsa su cui vale la pena investire per l’Iran, che a lungo termine cercherà probabilmente di potenziare le capacità degli Houthi di continuare il blocco marittimo nel Mar Rosso e forse anche oltre. Il loro valore agli occhi di Teheran è cresciuto dopo le perdite subite dalle reti iraniane in Libano, a Gaza e in Siria.

Con la riduzione della capacità dell’Iran di trasferire sostegno finanziario e tecnico agli Houthi, è probabile che il gruppo incrementi le sue reti di contrabbando nel transito di droga, petrolio e tabacco per aumentare la sua resilienza economica e organizzativa. Una minaccia incombente è rappresentata dalla contaminazione e dalla creazione di alleanze tra gli Houthi e il gruppo terroristico al-Qaeda, nella Penisola arabica, e al-Shabaab, in Somalia. Se gli Houthi decidono che i loro attacchi non riescono a causare danni significativi, potrebbero espandere la loro area di attività cinetica dal Mar Rosso e dallo Stretto di Bab el-Mandeb al Corno d’Africa.

Prendendo di mira gli Houthi nell’ambito della campagna di massima pressione contro l’Iran, gli Stati Uniti stanno anche dimostrando che non si asterranno dal colpire i gruppi armati allineati con Teheran. Ciò solleva la questione se le milizie sciite legate all’Iran in  Iraq potrebbero essere prese di mira nei prossimi mesi, mentre gli Stati Uniti aumentano la loro pressione su Baghdad per smilitarizzare questi gruppi ed eliminare l’influenza iraniana in vista delle elezioni legislative del prossimo ottobre.

(*) Tratto dal The National Interest

(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada

Aggiornato il 20 marzo 2025 alle ore 09:53