
Purtroppo, la persecuzione dei cristiani nella “Valle dei cristiani” (Wadi al-Nasara) in Siria, abitata in maggioranza da greci originari di Antiochia, è in aumento.
Dopo aver conquistato Damasco e rovesciato il regime siriano di Assad nel dicembre 2024, le forze del gruppo terroristico Hayat Tahrir al-Sham (Hts) affiliato ad al-Qaeda hanno esortato i residenti della Valle dei cristiani a consegnare tutte le armi in loro possesso per autodifesa, affermando che i civili non sarebbero stati feriti. Tuttavia, da quando i jihadisti hanno preso il controllo della Siria, circa 500mila cristiani nel Paese hanno dovuto fronteggiare crescenti persecuzioni e un allarmante aumento di rapimenti.
Il 14 febbraio 2025, una decina di uomini cristiani sono stati rapiti da musulmani da un villaggio nella valle, nonostante siano poi stati rilasciati. Il 16 febbraio, altri cristiani, tre dei quali identificati come Majd Shahoud, Tony Salloum e Bahjat Shehab, sono stati portati via da un altro villaggio dell’area. I loro rapitori, secondo fonti sul campo, li stanno torturando.
Nel giro di pochi giorni, islamisti armati hanno violato un cimitero nella città cristiana di Zaydal, a est della città di Homs, dove hanno rovesciato e rotto una croce di pietra e profanato delle tombe. Il 17 febbraio, uomini incappucciati hanno lanciato bombe fumogene contro la chiesa di Nostra Signora dell’Annunciazione, nel villaggio cristiano di al-Masmiyah, a Daraa.
Hayat Tahrir al-Sham è un gruppo terroristico formatosi nel 2017 dalla fusione di cinque milizie islamiste. Da allora, Hts ha governato Idlib, nella Siria nord-occidentale. Nel 2018, è stato designato dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti come organizzazione terroristica straniera.
Alla fine di novembre 2024, le forze jihadiste hanno lanciato un’offensiva, guidata da Hayat Tahrir al-Sham. A dicembre, in meno di due settimane, in una marcia attraverso la Siria, Hts ha rovesciato Bashar al-Assad, segnando la fine del regime baathista al potere da sei decenni e arroccato intorno al clan Assad.
Il fondatore di Hts Ahmed Al-Sharaa, noto come Abu Mohammad al-Jolani, è stato poi nominato presidente ad interim della Siria e governante di fatto. In passato, aveva prestato servizio come “graduato” di Jabhat Al-Nusra (Fronte al-Nusra), un’altra organizzazione terroristica straniera designata e affiliata siriana di al-Qaeda. Una taglia di 10 milioni di dollari per il suo arresto è stata rimossa dall’amministrazione Biden il 20 dicembre 2024, presumibilmente nella speranza che non trascinasse la Siria in un baratro estremista.
Lo Stato Islamico (Isis) ha utilizzato il territorio controllato da Hts in Siria come rifugio sicuro. Due importanti operazioni militari statunitensi hanno preso di mira i leader dell’Isis nelle aree controllate da Hayat Tahrir al-Sham: Abu Bakr Al-Baghdadi nel 2019 e Abu Ibrahim Al-Hashimi Al-Quraishi nel 2022.
L’Hts, a causa della sua affiliazione ad al-Qaeda e all’Isis, è stato anche inserito nella blacklist delle organizzazioni terroristiche da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La designazione è stata recepita nel diritto dell’Unione Europea e la decisione è stata accolta da tutti i 27 Stati membri dell’Ue.
Come affermato nel 2022 dalla Commissione Usa per la Libertà Religiosa nel mondo (Uscirf), nella scheda informativa “La libertà religiosa in Siria sotto Hay’at Tahrir al-Sham (Hts)”: “[Hts] rimane una potente fonte di un jihadismo-salafita che limita la libertà religiosa dei musulmani sunniti non conformi e minaccia la proprietà, la sicurezza e l’esistenza di gruppi di minoranze religiose come alawiti, cristiani e drusi. Inoltre, il fatto che Hts coltivi una relazione reciprocamente e politicamente conveniente con la Turchia, che rappresenta di per sé una chiara minaccia per i gruppi di minoranze religiose vulnerabili tramite le sue incursioni militari nella Siria settentrionale, aggrava le pericolose condizioni di libertà religiosa a Idlib e nei suoi dintorni. Hts, od Organizzazione per la Liberazione del Levante, ha subito diversi cambiamenti di nome e presunta identità sin dalle sue origini nel 2011 come Jabhat al-Nusra, originariamente un fronte siriano per lo Stato Islamico in Iraq, che all’epoca era a sua volta un’affiliata irachena di al-Qaeda. I successivi cambi di nome e ‘rebranding’ di Hta sembrano riecheggiare la strategia di al-Qaeda in Siria di stabilire filiali e presentarle come organizzazioni cresciute localmente in risposta alle esigenze dei siriani... Nel 2021 e nel 2022, Hts ha continuato a perpetrare alcune delle stesse violazioni dei diritti umani, tra cui torture, sparizioni forzate, stupri e altre violenze sessuali e omicidi in detenzione, che la Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sulla Siria delle Nazioni Unite ha documentato per l’organizzazione e i suoi predecessori fino al 2020. Dopo aver preso il controllo delle prigioni governative e averne create altre, Hts ha utilizzato la detenzione motivata da discriminazioni settarie e i relativi rapimenti e richieste di riscatto contro membri di gruppi minoritari. Le minoranze religiose, tra cui musulmani non sunniti e drusi, entrambi da tempo bersagli di discriminazione, molestie e del sunnismo forzato dei gruppi ribelli sunniti, si sono convertiti all’Islam sunnita o sono fuggiti dai territori di Hts e coloro che sono rimasti non sono rappresentati negli organismi ufficiali che governano l’area”.
Nel 2023, il Dipartimento di Stato Usa ha rilevato: “Gruppi terroristici armati come Hayat Tahrir al-Sham hanno commesso una vasta gamma di abusi, tra cui omicidi, rapimenti, violenze fisiche e il reclutamento o l’impiego di bambini soldato”.
Al-Sharaa ha iniziato di recente a indossare giacca e cravatta e ora si presenta all’Occidente come un “moderato”. Ha parlato di piani per formare un governo di transizione inclusivo che rappresenti diverse comunità che costruiranno istituzioni e gestiranno il Paese finché non si potranno tenere elezioni libere e giuste. Nei libri di testo, tuttavia, il suo governo ha sostituito la parola “legge” con “sharia”, e ha utilizzato l’insegnamento islamico per reclutare il nuovo esercito del Paese.
Hts ha un programma islamico fondamentalista e da tempo mira ad applicare la legge della sharia in Siria. Nel dicembre 2024, l’organizzazione per i diritti umani Open Doors/Porte Aperte ha segnalato: “Sotto il controllo di Hts a Idlib, al clero cristiano non è consentito uscire con abiti che li rendano riconoscibili come preti o pastori. Le croci sono state rimosse dagli edifici ecclesiastici”.
Lo scorso mese Al-Sharaa ha dichiarato che potrebbero volerci fino a cinque anni per organizzare nuove elezioni.
“Christina”, una cristiana greca che vive in una città a maggioranza cristiana in Siria, ha detto al Gatestone, a condizione di mantenere l’anonimato, che il motivo principale per cui non c’è ancora una persecuzione sistematica dei cristiani in Siria è “la grande e multiforme attenzione rivolta dai media alle aree popolate da cristiani. Questa attenzione implica che un minor controllo potrebbe consentire ai jihadisti di spingersi troppo oltre: hanno già preso possesso di alcune aree cristiane e la copertura mediatica è stata limitata a livello locale o statale. Ad esempio, a Damasco e nelle sue campagne, e nelle aree rurali dove nessuno può documentare le violazioni [commesse dalle] forze jihadiste, simboli islamici come l’hijab vengono imposti anche alle donne cristiane. È una violazione delle nostre libertà. In altre aree, i cristiani sono sottoposti a vessazioni da parte dei musulmani, come l’usurpazione di terre e case cristiane, rapimenti e richieste di riscatto per liberare i rapiti. La paura più grande dei cristiani è la possibile applicazione della legge islamica da parte del regime e l’imposizione della jizya, una tassa richiesta ai non musulmani come ‘protezione’, o persino l’imposizione dell’Islam a noi in futuro. Ciò che personalmente temo di più è lo scoppio di nuovi conflitti armati e la possibilità che i jihadisti perpetrino massacri contro di noi”.
Christina ha raccontato che non aveva lasciato la Siria nemmeno durante gli anni della guerra civile, ma che ormai il peso economico sostenuto dalla comunità cristiana è diventato insostenibile: “Speriamo in un miglioramento dell’economia perché la situazione è insopportabile. Ora molti cristiani, soprattutto dopo che lo Stato ha smesso di pagare gli stipendi ai dipendenti, stanno cercando di sopravvivere al di sotto della soglia di povertà. Anche la situazione nel mercato del lavoro è terribile. Stiamo affrontando molte sfide, sia dal punto di vista economico che in termini di sicurezza”.
Secondo Euronews, i ministri degli Esteri di Francia e Germania, Jean-Noël Barrot e Annalena Baerbock, si sono recati a Damasco il 3 gennaio scorso per inviare quello che Baerbock ha descritto come un chiaro segnale: che “un nuovo inizio politico tra Europa e Siria è possibile”.
Christina ha detto di non essere d’accordo: “Non credo che riconoscere un gruppo affiliato ad al-Qaeda come governo ufficiale sia una buona idea, soprattutto dopo che i suoi leader, guidati dal suo presidente, hanno già dimostrato di essere terroristi e che il sangue di così tante persone è stato versato a causa loro. Il riconoscimento da parte dell’Occidente di questo gruppo terroristico rappresenterebbe una mancanza di giustizia nei confronti degli innocenti da loro uccisi, e sappiamo che sono lo stesso gruppo terroristico, indipendentemente da ciò che affermano di essere ora. La Siria deve essere un Paese laico e democratico. Devono esserci anche partiti politici che rappresentino i cristiani. La nuova Siria non dovrebbe essere istituita senza partiti che rappresentino i gruppi minoritari nel Paese, come cristiani, curdi, drusi e alawiti. Il riconoscimento ufficiale e l’accettazione dei jihadisti da parte dei governi occidentali equivale a puntare la spada al collo dei cristiani in particolare e di chiunque non sia d’accordo con loro in generale”.
Christina ha affermato che la maggior parte dei cristiani in Siria sono di origine greca, ma per secoli sono stati esposti all’arabizzazione forzata: “Oggi, i nostri greci in Siria parlano arabo perché gli arabi musulmani, da quando hanno invaso il Levante nel VII secolo, si sono rifiutati di lasciare spazio ad altre lingue. In altre parole, tutto è stato arabizzato imponendo la lingua araba e perseguitando tutti coloro che parlavano greco, ad eccezione di ciò che l’arabo non poteva arabizzare, a partire dai termini greci che ancora oggi usiamo nella nostra lingua colloquiale. L’Islam non tollera le altre culture, così la lingua greca è stata gradualmente abolita fino al punto di scomparire tra la gente e la sua esistenza è stata limitata al campo degli studi teologici. Spero che la Grecia faccia qualcosa per aiutarci, noi cristiani greci qui, come inviare aiuti o garantire protezione per le nostre regioni da qualsiasi futuro attacco a cui potremmo essere esposti, o aiutarci a uscire da qui, specialmente quelli che hanno sempre sofferto perché le loro aree erano zone di conflitto. Penso che il governo greco ora abbia una responsabilità nei confronti della nostra gente qui”.
Eiad Herera, portavoce dell’Organizzazione greca di Antiochia, ha detto al Gatestone: “I cristiani siriani, compresi i greci di Antiochia, sono da tempo una comunità pacifica e tollerante in Siria e nel Levante. A differenza di altri gruppi, non hanno formato milizie né hanno preso parte alla guerra civile. Hanno tenuto solo armi leggere per autodifesa. Tuttavia, hanno dovuto far fronte a ripetuti rapimenti, attacchi alle loro chiese e ai loro cimiteri e a una crescente violenza settaria, mentre il nuovo governo non è riuscito a proteggerli. Gli Stati Uniti, le Nazioni Unite, la Grecia e la comunità internazionale devono agire con urgenza per salvaguardare queste comunità vulnerabili. Questa è la loro patria ancestrale, ma il loro numero sta rapidamente diminuendo”.
(*) Tratto dal Gatestone Institute
(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada
Aggiornato il 17 marzo 2025 alle ore 13:14