Terre rare in Uzbekistan, un progetto per la difesa dell’Ucraina

In Italia siamo sempre nel mezzo di una battaglia sul fronte del Nulla. A sinistra si ode uno squillo dei trombati al voto, che sfileranno a Roma (non a Mosca) in nome della pace (vedi più sotto). A destra c’è l’ombra di Trump, del quale si fa fatica a capire se le parole siano solo funzionali alla captatio benevolentiae di Vladimir Putin, oppure se l’Europa debba rimboccarsi le maniche e impugnare il mitra e l’aereo (per non doverli usare) al posto della falce e il martello, che sono l’eterno revival degli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso.

Ci sono due notizie, utili a farci capire − nella baraonda dei tank show televisivi − che molte cose si stanno muovendo, nella guerra commerciale e nella costruzione di una pace armata, i primi due obiettivi da ottenere nel confronto con le dittature.

Parlo della scoperta di un’alternativa alle terre rare dell’Ucraina. Gli Stati Uniti (non “di Trump”, ma “di tutti”) stanno siglando un accordo con l’Uzbekistan per individuare e sfruttare i giacimenti di terre rare, alias “Materie critiche”.

In secondo luogo, gli inglesi (non da soli) hanno individuato un modo efficace per bloccare ogni attacco aereo dell’aviazione russa in Ucraina.

Accordo Usa-Uzbekistan sulle terre rare

La notizia si trova in molti articoli in lingua inglese, e anche su Xinhua (Cina), senza commento. Ma al solito in Italia si pensa sempre allo scappellamento a destra o a sinistra: la geopolitica è ignota ai più.
Dopo diversi contatti tra gli Stati Uniti e la repubblica dell’Uzbekistan, il presidente Shavkat Mirziyoyev ha annunciato un piano di investimenti nel settore minerario che prevede 2,6 miliardi di dollari in tre anni, per avere un nuovo “survey” delle ingenti risorse del Paese centroasiatico e procedere con gli scavi. Come riporta un database di Usgs, centro geologico legato al Dipartimento degli Interni statunitense, tutta l’Asia Centrale ex sovietica è ricca di minerali preziosi e rari (Rm), come oro, niobio, tantalio e berillio. Ma anche le terre rare (Ree) sono significative nel Pamir, in Kazakhistan, Kyrgyzstan, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.
Non a caso quindi la Cina sta entrando a tutta forza in quelle nazioni col suo commercio e le infrastrutture utili a entrare nel nuovo Grande Gioco. Dopo che il prezzo delle Ree crebbe enormemente tra il 2009 e il 2011, lo U.S. Geological Survey cominciò a creare un database dei minerali Ree-Rm di quelle nazioni. Il rapporto successivo ha catalogato 384 siti minerari Ree-Rm significativi, tra i quali 160 in Kazakhistan, 75 in Kyrgyzstan e 87 in Uzbekistan.

Il 7 marzo, in una conferenza stampa tenuta a Tashkent, il Presidente Mirziyoyev ha annunciato investimenti in 76 progetti di scavo, che riguardano 28 minerali, tra cui tungsteno, litio, titanio e vanadio (si noti che il vanadio è utilizzato nella costruzione dei reattori nucleari.). L’iniziativa servirà a sviluppare l’industria. L’Asia Centrale è la nuova frontiera mondiale? Saremo di nuovo invasi da Tamerlano e dai cavalieri mongoli?
Il piano è aperto in primo luogo agli investimenti degli Stati Uniti. Il segretario di Stato Marco Rubio ha spronato gli Stati Uniti a investire nel settore Ree al di fuori dell’export cinese (gli Stati Uniti non intendono riprodurre il suicidio perfetto europeo col gas russo). Nello scorso mese di settembre Usa e Uzbekistan hanno siglato un protocollo d’intesa sul settore dei Ree. A novembre è toccato a Donald Lu, responsabile per il sud e il centro Asia per la Segreteria di Stato Usa, migliorare il piano di collaborazione.

Progetto Sky Shield per l’Ucraina

Il piano di difesa Sky Shield, coordinato dalla Royal Air Force (Raf) e dall’Ucraina, ha coinvolto esperti di strategia di diverse nazioni occidentali, tra i quali due italiani.
L’idea consiste in un’area di protezione aerea integrata che andrebbe a coprire tutta l’Ucraina, incluse le centrali nucleari.
L’area protetta non toccherebbe direttamente la linea del fronte terrestre tra russi e ucraini, ma comunque bloccherebbe i bombardamenti russi sulle città.
Si tratta di utilizzare oltre 100 caccia F-16 e mezzi Terra-aria in grado di intercettare i missili russi. Gli F-16 non andrebbero impiegati nello spazio aereo ucraino, ma nei Paesi confinanti, quindi senza entrare direttamente nello scontro. In pratica si tratta di un sistema di intercettazione dei missili russi, attuato anche a distanza di centinaia di chilometri con la collaborazione tra diversi Paesi con un supporto esterno Nato, che però comporterebbe a una estensione dello scontro.

Michele Serra di fronte a Lenin e Putin

Lenin coi suoi modi brutali diceva: “Si sonda con le baionette e, se trovi mollezza, spingi. Se trovi acciaio, ti fermi”. Questa è ancora la linea di comportamento russa, se ne prenda atto.
Pertanto, sarebbe bello che la Trimurti partitica che sfilerà in cauda di Michele Serra (non per un pugno di voti?), andasse a sfilare per la pace a Mosca, non a Roma.
Pannella diceva: “Il pacifismo va messo al bando. Ha avuto effetti catastrofici, convergenti con quelli di nazismo e comunismo”. (Corriere della Sera, 20 febbraio 1991).

Su X trovo questo post: “Se scoppia un conflitto è meglio essere armati o essere totalmente alla mercé dei nemici?”.
E a proposito di guerre e guerrafondai e pacifisti:

1939: La Russia comunista invade la Polonia, dividendosela con la Germania nazista;
1939: La Russia invade la Finlandia;
1940: La Russia invade l’Estonia;
1940: La Russia invade la Lituania;
1940-41: La Russia invade la Bessarabia e l’Iran (con l’aiuto inglese);
1956: La Russia invade l’Ungheria;
1968: La Russia invade la Cecoslovacchia;
1979: La Russia invade l’Afghanistan;
1994: La Russia invade la Cecenia;
1999: La Russia invade di nuovo la Cecenia;
2008: La Russia invade la Georgia;
2014: La Russia invade la Crimea;
2015: La Russia invade la Siria;
2022: La Russia invade l’Ucraina…

Aggiornato il 13 marzo 2025 alle ore 10:52