
Donald Trump invoca l’assistenza umanitaria a Gaza. Sono state seguite dal plauso dell’Egitto le dichiarazioni del commander-in-chief degli Stati Uniti a colloquio con il re di Giordania Abdullah II, in cui ha sottolineato l’urgente “necessità di fornire assistenza umanitaria alla popolazione della Striscia di Gaza senza ostacoli”. “L’Egitto esprime il suo apprezzamento per le dichiarazioni del presidente americano riguardo alla Striscia”, ha sottolineato un comunicato del Ministero degli Esteri del Paese nordafricano. Inoltre, il dicastero “ribadisce l’importanza di rispondere rapidamente ai bisogni urgenti della popolazione palestinese nella Striscia e la necessità di adottare misure concrete per alleviare la crisi umanitaria in corso e preservare i diritti del popolo” islamico, ha aggiunto fra l’altro il comunicato rilanciato su Facebook dagli Esteri egiziani.
Tutto questo mentre per il 14° giorno consecutivo Israele sta tenendo chiusi i suoi valichi di Kerem Shalom e al-Awja, impedendo l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza in partenza dall’Egitto. Al momento migliaia di camion carichi di cibo, medicinali e carburante sono fermi al confine in attesa di un via libera che ancora non arriva. “Migliaia di camion carichi di aiuti umanitari, generi alimentari, soccorsi e carburante si sono accumulati davanti al valico di Rafah, sul lato egiziano”, ha confermato una fonte della sicurezza egiziana. Un piccolo spiraglio arriva però dal passaggio al sud della Striscia, che oggi è stato aperto per accogliere il 39º gruppo di feriti e malati palestinesi in arrivo da Gaza.
L’ONU TRASFORMA VITTIME IN AGGRESSORI
Nel frattempo lo scontro tra Israele e le istituzioni internazionali si fa sempre più acceso. La Commissione civile sui crimini di Hamas del 7 ottobre 2023 ha puntato il dito contro un recente rapporto delle Nazioni unite, che accusa lo Stato ebraico di utilizzare la violenza sessuale come arma di guerra a Gaza. Un’accusa durissima, respinta con forza. “Il documento segue il modello di creare un falso paragone tra Israele e Hamas, specialmente nel contesto della violenza sessuale. Purtroppo, questo schema si è ripetuto in diverse istituzioni dell’Onu dal 7 ottobre”, ha dichiarato Cochav Elkayam-Levy, capo della Commissione. Secondo Elkayam-Levy, questo tipo di narrativa “infligge danni irreparabili sia alle vittime che alla giustizia”, creando una distorsione della realtà. Ancora più diretta è stata Hagit Pe’er, presidente dell’organizzazione israeliana per i diritti delle donne Na’amat, che ha definito il rapporto “scandaloso” e ha accusato la comunità internazionale di ignorare le vittime israeliane. “Questo rapporto puzza di palese antisemitismo. C’è uno sforzo qui per creare una realtà alternativa e capovolta riguardo al massacro sessuale compiuto da Hamas contro donne e uomini israeliani, mentre le istituzioni internazionali rimangono assordantemente silenziose”, ha denunciato.
Aggiornato il 13 marzo 2025 alle ore 16:09