Musk e il Leviatano: il nuovo San Giorgio

“Abbasso il deep State!” In sole tre settimane di regno, Donald Trump ed Elon Musk hanno già sconvolto con i loro blitzkrieg il cuore dell’amministrazione burocratica federale degli Usa, terremotando tutti i livelli decisionali dal basso verso l’alto. La gran parte dei due milioni di impiegati federali hanno ricevuto via mail l’invito a lasciare il loro posto di lavoro, in cambio di otto mesi di salario. Non è stato risparmiato nessuno, nemmeno i quadri della Cia. Il 3 febbraio scorso, la quasi totalità dei 1.000 impiegati dell’Agenzia statunitense UsAid per lo sviluppo internazionale hanno ricevuto l’ordine di non recarsi al lavoro, e solo qualche ora più tardi è stata dichiarata la morte cerebrale della struttura. Il sito relativo è stato oscurato e solo in una breve nota veniva comunicato il licenziamento degli effettivi e il rimpatrio dei collaboratori esteri. Così, secondo la versione woke, l’America privava del suo aiuto vitale, da un giorno all’altro e senza preavviso, milioni di persone nel mondo. Nessuna anima bella che si interroghi mai sul “perché” centinaia di milioni di persone si facciano migranti, e molti di più soffrano fame, violenze e miseria, pur essendo i loro Paesi di origine ricchi di materie prime e di terre fertili. Come mai l’Onu e le sue agenzie non denunciano le leadership post-coloniali, violente, corrotte e criminali, responsabili della condizione miserabile e disumana in cui versano le loro popolazioni?

E che cosa ci fanno i Paesi di questi dittatori sanguinari del terzo mondo (maggioritario all’Assemblea) come membri di diritto delle Nazioni unite? Ora è chiaro come la “pulizia etnica burocratica” di Musk-Trump abbia l’obiettivo sia di ridurre personale pubblico in eccesso, sia di smantellare le sovrastrutture di uno Stato etico, che rappresenta un inutile ostacolo e un pesante fardello per la realizzazione dell’obiettivo America first. Il terrore delle famose “mezze maniche” di Washington è rappresentato proprio da questo occhio esterno, per nulla compiacente, che si insinua (finalmente) nelle pieghe della disamministrazione, con la missione di verificare gli enormi sprechi degli apparati pubblici. Sarà davvero interessante scoprire gli altarini della UsAid, i cui fondi miliardari sono andati per l’essenziale al sostentamento di una pletora di attivisti di sinistra. Forse, è per questo che giudici compiacenti hanno bloccato l’accesso dei Musk-boys alle banche dati del Tesoro Usa, dove sono conservati tutti i movimenti bancari dei soggetti (individuali e collettivi) che hanno ricevuto bonifici da UsAid. E sarà ancora più interessante sapere perché più del 50 per cento dei finanziamenti a fondo perduto erogati dal National institutes of health non sono andati alla ricerca medica, bensì a finanziare l’aumento di stipendio di salariati e di impiegati amministrativi universitari. Musk è, a giusto titolo, il terrore dei media che hanno sostenuto a spada tratta le politiche di spesa pubblica, senza alcun ritorno utile per il contribuente americano. In tal senso, la lista delle note dolenti è, in realtà, piuttosto lunga.

Via quindi i costi eccessivi dei programmi statali Dei per l’inclusione, la diversità e l’equità, che hanno fatto la fortuna di una serie infinita di personaggi del vasto mondo dell’ideologia woke spinta agli eccessi. Gli impiegati del Dei hanno così ricevuto l’ordine di cancellare i vocaboli “eretici” di razza, genere, gay e transessuale, anche se non possono essere messe in discussione parole e argomenti che riguardano gli stupri etnici nei Paesi in guerra. E dire che Trump aveva annunciato con grande anticipo ciò che sta ora attuando, così come descritto nelle 900 pagine del Project 2025, elaborato dal think-tank conservatore The heritage foundation. La novità assoluta, però è costituita dalla task force di Musk, composta da decine di giovani collaboratori high-tech, di età compresa tra 19 e 24 anni, in maglietta e blazer, soprannominati Doge bros, scelti da lui direttamente senza concorso. Il loro incarico è di fare il menage all’interno dell’Amministrazione burocratica federale, compito che svolgono con molta arroganza e disinvoltura pretendendo l’accesso a computer e banche dati digitali, pena il licenziamento in tronco dei recalcitranti. Detto questo, occorre analizzare a fondo ciò che dichiara Elon Musk, quando sostiene che “la burocrazia è un quarto potere non eletto e incostituzionale, che conta più di un qualsiasi rappresentante eletto. Se comandano loro che democrazia è?”.

L’Urss è implosa proprio per il peso abnorme della sua burocrazia di Partito, e l’Occidente ha finora speso cifre enormi per il mantenimento del suo Leviatano burocratico, che per l’Europa coincide con il regolamentificio di Bruxelles (per non parlare di quelli nazionali di Italia, Francia, Germania, eccetera), che ha costi folli nelle gestioni annuali, senza che vi sia mai stato un Musk per ridurli. Il problema è che l’apparato-azienda come quello di X e di SpaceX sempre apparato è. Però, molto più leggero, dinamico e flessibile rispetto a quello di uno Stato come il nostro, in cui il posto pubblico è fisso, ipergarantito e non obbedisce ad alcun criterio di merito, produttività ed efficacia. Ma, in generale, essendo la Pubblica Amministrazione una macchina produttrice di carte nel rispetto di norme, è la cosa più banale del mondo da digitalizzare. Si pensi in tal senso ai milioni di provvedimenti-fotocopia emessi ogni anno dalla burocrazia italiana! In futuro sarà proprio l’Ia (Intelligenza artificiale) a rivoluzionarla e a ridimensionarla drasticamente, in potere e nel numero degli effettivi.

Basterà un big data in cui sia contenuta tutta la storia dei rapporti tra cittadini italiani (vivi o defunti) con la Pubblica Amministrazione, per fare girare su di esso algoritmi sofisticati di Intelligenza artificiale evolutiva, tagliando così tutti i costi e gli sprechi della PA odierna! Dal costo 10 si passerà a costo 0,5 di tutto l’insieme della produzione burocratica: così il moltissimo che rimane potrà essere utilizzato come dividendo da una popolazione sempre più anziana. Musk o non Musk!

Aggiornato il 19 febbraio 2025 alle ore 11:42