E adesso povera Europa con l’elmetto di carta?

La telefonata dell’altro giorno tra Donald Trump e Vladimir Putin e il successivo annuncio di un prossimo loro incontro per l’avvio di un negoziato diretto Mosca-Washington (siano o no concessi degli strapuntini a Volodymyr Zelensky e agli europei) rappresenta una “svolta a U” nella politica estera americana sulla guerra russo-ucraina e oltre. La svolta di Trump (probabilmente intesa anche a sottrarre Putin all’abbraccio con Xi Jinping), scopre l’ipocrisia europea e di tutti quei politici, intellettuali e giornalisti europei e italiani che per 3 anni, per servire (sic!) la linea neocon e guerrafondaia del loro “boss-imperatore” Joe Biden, hanno fatto i guerrafondai da divano e con l’elmetto e hanno sostenuto l’inverosimile: e cioè che Putin sarebbe un Adolf Hitler redivivo pronto a invadere e a mettere a ferro e fuoco, dopo l’Ucraina, i Paesi europei, che difendendo l’Ucraina (o meglio la cricca ultranazionalista di Zelensky & Co.) si difendeva la libertà dellEuropa e la democrazia contro l’autocrazia. E che pertanto non c’era alternativa a una sconfitta militare della Russia che avrebbe dovuto generare il ritiro delle truppe di invasione, il ritorno ai confini ucraini del 2014 e la cooptazione dell’Ucraina nella Nato. Con queste balle e rodomontate quei falsi “difensori dellOccidente” hanno prolungato una guerra inutile che è costata la morte di decine o centinaia di migliaia di giovani russi e ucraini, quando invece tutto era chiaro sin dall’inizio.

La svolta americana dimostra che l’alternativa diplomatica c’era ed era giustificata non solo per realismo politico, ma anche storicamente e strategicamente (nel vero interesse dell’Occidente e dell’Europa) come alcuni, tra cui chi scrive, sostenevano beccandosi l’epiteto di “putiniani” e subendo l’ostracismo e la censura dei conformisti guerrieri da salotto, succubi volontari (e per realpolitik) della sinistra dem americana. Il colmo dello smacco per tutti quei falsi europeisti, fedeli vassalli e proconsoli dei neocon americani di Biden, è che ieri a Bruxelles, al vertice dei Paesi che sostengono Kiev, sono stati smentiti su tutta la linea dal nuovo segretario alla Difesa, Peter Hegseth. Quest’ultimo non solo ha detto che un ritiro russo e un’Ucraina nella Nato non sono obbiettivi realistici, ma ha anche detto che una volta raggiunto un accordo di pace, il dopoguerra sarà responsabilità in massima parte dei Paesi europei, in un quadro esterno alla Nato. Dovranno essere gli europei – ha detto – a fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina, fornendole aiuto “letale e non letale”, cioè, sia militare sia economico e che in ogni caso, non ci saranno mai truppe americane sul terreno ucraino.

Hegseth ha in sostanza detto agli europei: “Se Putin è – come avete detto con Biden – un nuovo Hitler e se è davvero – come continuate a dire – una minaccia alla vostra sicurezza e indipendenza, allora difendetevi con le vostre forze: mettete il vostro portafoglio dove avete messo la vostra bocca”. In pratica: “aumentate le vostre spese militari fino al 5 per cento e mandate voi 200mila soldati a fare da forza di interposizione in Ucraina”. Fantastico! Attendiamo ora di sentire e vedere cosa diranno e cosa faranno quegli europei – capi politici, intellettuali e giornalisti – che per tre anni hanno fatto i guerrafondai da divano e da tastiera e con in testa l’elmetto (di carta)!

A quei “liberali” che hanno ostracizzato e censurato i presunti “putiniani” è lecito oggi rivolgere un paio di domande: credete ancora di aver fatto gli interessi dell’Occidente, dell’Europa, della democrazia e della libertà? Non avete ancora capito di essere stati solo dei falsi europeisti che quegli interessi hanno danneggiato per seguire con poco coraggio e molto comodamente la corrente americana neocon del conformismo mainstream?

Aggiornato il 14 febbraio 2025 alle ore 09:39