I Tories britannici dovrebbero tenere d’occhio Trump 2.0

I conservatori su entrambe le sponde dell’Atlantico condividono le stesse speranze e le stesse sfide.

Non c'è dubbio che i conservatori del Regno Unito guardino con interesse a ciò che accadrà negli Stati Uniti sotto la nuova presidenza repubblicana. Tutti noi siamo giustamente stupiti per l’incredibile impeto di Donald Trump. Essendo io stato il ministro per la “smarter regulation” nel Regno Unito (un ossimoro, se mai ce n’è stato uno), sono particolarmente incuriosito da ciò che Elon Musk realizzerà al  Dipartimento per l’Efficienza Governatva (Doge).

Il fatto è che è in corso una vera e propria contro-rivoluzione guidata dalla Destra politica. Il buonsenso sta prevalendo. Le bizzarrie di una politica identitaria estrema, di una società priva di rischi e della distruzione mirata della cultura mainstream predicata per così tanti anni dalla Sinistra e dai liberal vengono ora denunciate dalla nuova leadership come eccessive e, in molti casi, pericolose per il benessere della società.

Guardiamo con invidia la pila di ordini esecutivi che il presidente Trump ha firmato, la sua vigorosa retorica e, cosa più incoraggiante di tutte, il fatto che un momento da “vestiti nuovi dell’imperatore” sta scuotendo l’America. Sembra che ci sia un senso di liberazione percepito da molti, persino dai democratici più ferventi. Pensiamo che anche nel Regno Unito sia possibile una simile rivoluzione.

Kemi Badenoch non è Donald Trump, ma ha un forte senso della necessità di lavorare nella stessa direzione. La leader dei Conservatori ha scritto e parlato a lungo dei problemi legati all’eccesso di potere del governo, alla “wokeness” e alla necessità di tornare a una filosofia di libertà personale. Era dai tempi in cui Thatcher e Reagan ballavano insieme nel salone delle feste della Casa Bianca che il movimento Repubblicano in America non era così in connessione con il Partito Conservatore britannico.

Questa  visione condivisa è incentrata sul principio di creare uno Stato che permetta alle persone di essere la migliore versione di se stesse. Non si tratta della mera libertà di essere egoisti o di ignorare le proprie responsabilità, ma piuttosto della libertà di realizzare, ambire ad avere e creare il proprio ambiente personale di comunità e famiglia.

Il socialista ritiene che tutto sia di proprietà dello Stato. Questo Stato concede poi all’individuo quel po’ di denaro che ritiene giusto o equo. Lo Stato dice cosa si deve dire e come ci si deve comportare nei confronti dei propri concittadini. Attraverso la regolamentazione, gestisce tutti i comportamenti. Il suo istinto paterno vuole ridurre tutti i rischi e la possibilità che “accadano cose brutte”, isolando gli individui dagli effetti delle loro scelte.

I Conservatori o i Repubblicani concepiscono il mondo in modo completamente diverso. Noi crediamo che tutto il potere sia detenuto dall’individuo. L’individuo concede allo Stato i fondi e l’autorità per fornire i servizi di base e gestire la nostra società. Ci è consentito fare le nostre scelte, buone o cattive che siano, e il denaro che guadagniamo è nostro per essere investito e far così crescere l’economia. Le persone sono migliori investitori di capitale di quanto i governi potrebbero mai sperare di essere. Questa è la differenza tra il modello europeo e quello anglosassone, che ha ripetutamente dimostrato la sua capacità di guidare le persone verso la realizzazione della migliore versione di se stesse e di creare l’ambiente economico che porta a vivere un’esistenza molto più lunga e felice.

Le eccessive regolamentazioni e tassazioni della socialdemocrazia negli ultimi vent’anni hanno ridotto la crescita della produttività e peggiorato la qualità della vita. La sua ossessiva attenzione ad attaccare la nostra cultura del successo e delle aspirazioni ha letteralmente portato a vivere un’esistenza più breve e infelice.

È per questo che il Partito Conservatore rinnova i suoi legami storici con i nostri cugini Repubblicani. Non si tratta solo di allinearsi agli Stati Uniti o di mostrare semplicemente ammirazione per il vincitore, ma di un vero e proprio legame tra due gruppi di persone che la pensano allo stesso modo sui fondamenti della vita.

Quello che vediamo fare a Donald Trump, in numerose azioni e misure, ma non in tutte (io, ad esempio, sono un accanito sostenitore del libero scambio), è importante perché dimostra che il nostro programma è valido. Vogliamo sfruttare i prossimi anni, mentre siamo all’opposizione, per osservare da vicino cosa funziona e cosa no. Il conservatorismo burkeano non è radicale come quello del nuovo presidente, ma condivide molte radici comuni. Spero che nel corso di questa presidenza potremo legarci ulteriormente a un partito americano che ha dimostrato di avere, come il nostro leader, un grande coraggio, i giusti principi e la capacità di vincere. Che la nuova  Relazione Speciale progredisca!

(*) Tratto da The National Interest

(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada

Aggiornato il 14 febbraio 2025 alle ore 12:47