Pyongyang a Washington: “fermare le provocazioni”

Una “minaccia direttamade in Usa. Secondo la Corea del Nord, gli Stati Uniti stanno giocando con il fuoco, avendo inviato il sottomarino nucleare Uss Alexandria nel porto di Busan, Corea del Sud. Pyongyang ha accusato Washington, senza mezzi termini, di “ignorare le sue preoccupazioni sulla sicurezza”. Un contento che nasconde, neanche troppo velatamente, una minaccia. Palesata poi nelle dichiarazioni successive: “Siamo pronti a usare qualsiasi mezzo per difendere il Paese”, hanno esplicitato i portavoce del supremo leader Kim Jong-un. Un dipendente della Difesa nordcoreana ha parlato di “isteria bellica”, che avrebbe colpito gli Stati Uniti negli ultimi giorni. Secondo il portavoce, inoltre, Pyongyang “monitorerà ogni mossa e risponderà senza esitazione”. A parole si fa presto a far la guerra, ma data la situazione tesa che si trascina da diversi anni, forse stavolta Kim fa sul serio. Ma Donald Trump, arrivato alla Casa Bianca con la promessa di estinguere il fuoco delle guerre, ha sicuramente un piano pronto per le due Coree.

Il Uss Alexandria è arrivato lunedì a Busan, ufficialmente per un semplice rifornimento e per consentire all’equipaggio di riposarsi. Una spiegazione che però convince poco, soprattutto perché negli stessi giorni Stati Uniti e Corea del Sud hanno intensificato le esercitazioni militari congiunte, coinvolgendo anche un bombardiere strategico B-1. Per Pyongyang, sottomarino più aeroplano uguale piano malefico. Washington, agli occhi di Kim, sta giocando con il termometro della tensione e il regime nordcoreano non ha alcuna intenzione di stare a guardare. “I nostri militari sono pronti a neutralizzare ogni minaccia alla sicurezza della regione”, ha dichiarato il portavoce della Difesa, avvertendo che il Paese non esiterà a punire chiunque tenti di mettere a rischio la sua sovranità. Un monito che suona come un déjà-vu.

NUOVI RIFORNIMENTI PER LA RUSSIA

E se da un lato Pyongyang abbaia avvertimenti contro Washington e Seul, dall’altro non si preclude di aiutare l’amico di vecchia data Vladimir Putin nella sua guerra d’invasione contro l’Ucraina. Secondo un rapporto del ministero della Difesa sudcoreano, Pyongyang ha già inviato a Mosca circa 11mila soldati – prontamente ritirati dopo il fallimento sul campomissili, 200 pezzi di artiglieria a lungo raggio e grandi quantità di munizioni. E non è finita qui. C’è la possibilità che il Nord fornisca ulteriori armi, munizioni e persino altri uomini per supportare lo sforzo bellico russo in Ucraina. In cambio, Mosca potrebbe offrire supporto tecnologico cruciale per lo sviluppo dell’arsenale nordcoreano, in particolare per la costruzione di sottomarini nucleari, satelliti spia e missili balistici intercontinentali (Icbm) a combustibile solido. Il più classico dei do ut des.

Aggiornato il 11 febbraio 2025 alle ore 16:41