Friedrich Merz ha dato il via al congresso del suo partito. Davanti ai delegati dell’Unione cristiano democratica riuniti a Berlino, il candidato cancelliere dei conservatori lancia un messaggio forte e chiaro: “Siamo pronti a guidare il Paese”. La Cdu ha già preparato un piano d’azione, con misure immediate per affrontare le urgenze del momento, a partire dal contenimento dell’immigrazione irregolare. Ma mentre dentro la sala si discute il futuro della Germania, la protesta di ieri ha lasciato il segno. E stavolta il messaggio è altrettanto chiaro: nessun passo indietro sul “muro di protezione” contro la destra di Alternative für Deutschland. Nella capitale, ieri, una folla oceanica è partita dal Bundestag e marcia verso la Adenauer Haus, la sede dell’Unione, per sfidare il leader che in pochi giorni ha messo in discussione uno dei tabù più radicati della politica tedesca: l’isolamento di AfD. “Il Brandmauer siamo noi!”, gridavano i manifestanti. Secondo gli organizzatori, le presenze sono state almeno 250mila, mentre la polizia ha ridimensionato la stima a 160mila. Ma il segnale è arrivato forte e chiaro, non solo nella capitale: altre migliaia di persone sfilano in tutta la Germania, da Saarbrücken a Kiel, da Ulm a Potsdam. A Colonia, persino il Reno si è trasformato in una scia di protesta, con 350 battelli nel fiume per dire no a qualsiasi apertura alla destra che tuttavia corre nei sondaggi.
Secondo Merz, il voto con AfD non è stato nulla di che. Alla vigilia di un congresso che si preannuncia teso, passeggia nella sala e getta acqua sul fuoco: “È normale che vi siano delle controversie”, dice con tono sicuro, per poi tranquillizzare i suoi: “La Cdu non collaborerà con l’AfD e cercherà maggioranze nel centro democratico”. Promesse genuine o campagna elettorale? È questa la domanda che risuona nelle piazze e nei corridoi della politica tedesca. Il voto congiunto per la proposta di una stretta sull’immigrazione irregolare potrebbe aver mandato in frantumi i rapporti con gli ex alleati della Spd e dei Verdi – quella che fu la coalizione semaforo – ora sempre più distanti dai conservatori. Secondo il ministro dell’Economia Robert Habeck, il colpo di grazia Merz se l’è auto inflitto. Dalle colonne della Welt, il politico dei Verdi ha sentenziato: “Merz si è squalificato come cancelliere”. Tradotto: la Cdu può anche cercare un’intesa con gli altri partiti, ma non con lui alla guida.
I manifestanti, intanto, si sono dati alla contestazione totale. Tra la folla sono spuntati cartelli di vario tipo, evocanti i momenti più bui della storia tedesca: “Mancano 5 minuti al ’33”, un chiaro riferimento all’ascesa di Adolf Hitler. Oppure: “Merz come Franz von Papen”, il cancelliere conservatore che aprì la strada al nazismo. Ma il colpo più velenoso arriva da chi, con un gioco di parole, lo invita a seguire i consigli di chi lo ha preceduto: “Fritz, dai ascolto a Mutti!”. E “Mutti”, ovviamente, è Angela Merkel. L’ex cancelliera, finora rimasta ai margini del dibattito politico, nei giorni scorsi ha preso una posizione netta, criticando il leader del suo stesso partito e accusandolo di aver “sbagliato” ad aprire la porta all’AfD. Tra gli interventi della serata, quello di Michel Friedmann, giornalista e storico esponente dell’Unione cristiano democratica: “La Cdu resta un partito democratico. Invece l’AfD è il partito dell’odio”. Salvo poi annunciare il suo addio all’Unione. La protesta di ieri si è sciolta senza incidenti intorno alle 19.30, con la consapevolezza che – come dice il Frankfurter Allgemeine Zeitung – questa settimana “ha cambiato la campagna elettorale”.
Aggiornato il 03 febbraio 2025 alle ore 17:20