Terremoto politico in Serbia, Vučević si dimette

Miloš Vučević si è dimesso. La decisione del primo ministro della Serbia è stata appresa dalla stampa nazionale e internazionale stamattina, dopo il comunicato dell’agenzia Tanjung. Secondo i media locali, il presidente Aleksandar Vučić è già stato avvertito dal premier, avendo ratificato e approvato la sua richiesta di lasciare la guida dell’Esecutivo. Adesso, il capo di Stato ha 30 giorni di tempo per nominare un nuovo presidente del Consiglio e un nuovo Governo, che con le dimissioni di Vučević è anch’esso decaduto. In questo lasso di tempo, l’attuale maggioranza governerà con poteri limitati. Un terremoto politico che probabilmente ha messo la parola fine – in modo brusco – alle lunghe settimane di protesta che hanno destabilizzato il Paese balcanico. Secondo la maggior parte degli addetti ai lavori, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’aggressione di ieri, quando un gruppo di manifestanti sarebbe stato raggiunto da uomini usciti – secondo i testimoni – dalla sede locale del Partito progressista serbo (Sns). Un episodio che Vučević ha definito “inaccettabile” e che lo ha spinto a fare un passo indietro.

Tutto era cominciato il 1° novembre con una tragedia: il crollo di una tettoia nella stazione ferroviaria di Novi Sad, che ha causato 15 morti. Un disastro che ha aperto una ferita profonda nel Paese. Per molti cittadini, quel crollo è il simbolo di una corruzione dilagante, radicata durante gli anni di potere di Vučić, presidente dal 2017 e prima ancora premier dal 2014. Le proteste, iniziate come un grido di dolore per le vittime, si sono trasformate in una successiva rivolta contro un sistema che i manifestanti considerano marcio fino al midollo. Vučević, che dal 2024 guidava il Governo dopo essere stato ministro della Difesa e sindaco di Novi Sad, ha provato a reggere l’urto. Ma il malcontento è cresciuto fino a diventare insostenibile. Non è solo Vučević a pagare il prezzo politico di questa crisi. Milan Đurić, sindaco di Novi Sad, ha annunciato le sue dimissioni. Anche Goran Vesić, ministro dei Lavori pubblici, si è dimesso ed è stato arrestato – salvo essere rilasciato – nell’ambito dell’inchiesta sul crollo. In totale, 13 persone sono accusate per quanto accaduto. Ironia della sorte, i manifestanti non avevano nemmeno chiesto le dimissioni del Governo. La loro richiesta era semplice: responsabilità.

Aggiornato il 28 gennaio 2025 alle ore 18:01