Le Presidenziali negli Stati Uniti sono le elezioni più seguite al mondo. Da quando, tra il XIX e il XX secolo, la società umana ha smesso di essere eurocentrica – e ancor di più con la divisione in due blocchi di influenza nel Secondo dopoguerra – l’inquilino della Casa Bianca è una delle personalità più importanti del pianeta. E quindi, anche oggi 5 novembre 2024, la scelta di milioni di americani avrà ricadute sull’intero globo terraqueo. La scelta dell’elettorato a stelle e strisce potrebbe cambiare l’esito – in positivo o negativo, chi lo sa – della crisi in Medio Oriente, della guerra tra Russia e Ucraina fino all’ordinamento della Nato e delle Nazioni unite. Insomma, tutto si riduce inesorabilmente a due candidati – non proprio due primus inter pares – Donald Trump e Kamala Harris.
Il primo è stato capo di Stato dal 2016 al 2020, e a parte l’istrionicià di qualche uscita non gli si può rimproverare molto. Almeno, fino all’attacco di Capitol Hill del 6 gennaio 2021, pochi giorni dopo che gli americani (legittimamente o no?) avevano scelto Joe Biden al posto del tycoon. L’amministrazione dem, invece, ha avuto diverse gatte da pelare: è stata inaugurata con la pandemia di Covid, per poi dover affrontare diversi school shooting e infine la guerra in Ucraina e la crisi in Medio Oriente. Tutto questo, con un presidente non proprio al massimo della forma. Per usare un eufemismo. Tant’è che Biden, sia capo di Stato che candidato alle Presidenziali 2024, ha subito un terzo strike a metà corsa ed è stato sostituito dalla sua vice, Kamala Harris, temuta ex procuratrice generale della California. Per metterla a numeri, sono passati 720 giorni da quando Trump ha annunciato che avrebbe corso di nuovo per la Casa Bianca, 106 da quando Biden ha messo fine alla sua campagna e 91 da quando la candidata democratica ha conquistato ufficialmente la nomination dal suo partito.
E come una rondine a primavera tutti gli scontri, i duelli tivù, le battaglie di tweet, sono finiti. Adesso si fa sul serio. Adesso tocca ai cittadini americani (oltre i 79 milioni che hanno già votato) che devono mettere nero su bianco a chi affideranno il futuro del loro immenso Paese. Intanto i due candidati, Kamala Harris e Donald Trump, stanno battendo gli Stati chiave alla ricerca degli ultimi voti disponibili, quelli in grado di spezzare un equilibrio che, stando ai sondaggi, appare senza precedenti, ma che i risultati reali potrebbero smentire. Harris sta partecipando a cinque eventi in Pennsylvania, dove terminerà in serata con un comizio a cui parteciperà anche Lady Gaga. Trump sta visitando tre Stati: North Carolina, Pennsylvania e Michigan, dove concluderà la sua campagna elettorale. Secondo la maggior parte dei sondaggi, si sta per consumare un testa a testa con sette Stati chiave da conquistare, ovvero Arizona, Georgia, Michigan, North Carolina, Pennsylvania, Wisconsin e Nevada. La conta dei voti inizierà nella notte italiana, con la Rai che seguirà minuto per minuto tutte le Presidenziali Usa.
Insomma, dall’inizio della campagna elettorale si sono consumati due attentati e mezzo (tutti ai danni del tycoon), un cambio in corsa per il Partito democratico, e litigi al vetriolo tra due candidati che effettivamente, a parte delegittimare l’avversario, non hanno elaborato molto oltre. Sia Trump che Harris si sono limitati ad enunciare i punti forti dell’agenda dem e di quella del Grand old party, che ormai tutti conoscono a memoria. C’è chi dice che il fattore X di quest’elezione sarà Elon Musk, il patron di Tesla e proprietario dell’ex Twitter che ha deciso di appoggiare, verso la fine della campagna elettorale, Donald Trump. Uno dei suoi claim sulle presidenziali di oggi è stato visualizzato da oltre due miliardi di persone. Che possa un imprenditore multimiliardario cambiare le carte in tavola al fotofinish di una tornata elettorale già unica nel suo genere?
Aggiornato il 05 novembre 2024 alle ore 10:20